Lo ha affermato il pm Vittoria Bonfanti nel corso della requisitoria al processo per il tentativo di scalata alla Lazio che vede imputati, tra gli altri, i capotifosi Fabrizio Piscitelli, Yuri Alviti e Fabrizio Toffolo, Paolo Arcivieri; oltre all'ex funzionario della Polisportiva Lazio Fabio di Marziantonio; il portavoce di Chinaglia e per il commercialista Bruno Errico.
I reati contestati
Nei loro confronti si contestano reati che vanno dal concorso in aggiotaggio informativo alla tentata estorsione. «Dopo l'acquisizione della Lazio – ha proseguito il pm -, Lotito fece i conti con un crescente rapporto di ostilità con gli ambienti della tifoseria organizzata. Con la precedente gestione della famiglia Cragnotti, gli Irriducibili compravano, senza corrispettivo, un migliaio di biglietti a partita che poi vendevano a prezzi maggiorati, presso il punti ufficiali, alla tifoseria. Da settembre 2005, quando in una trasmissione radiofonica si annuncia l'arrivo di Chinaglia cominciano in modo insistito le minacce a Lotito e ai suoi familiari». Per il pubblico ministero, che proseguirà la sua requisitoria nell'udienza fissata per il prossimo primo ottobre, «la contestazione era finalizzata inoltre a farlo recedere dalla presidenza e obbligarlo a sedersi al tavolo delle trattative per prendere in considerazione la proposta di acquisto avanzata dal gruppo che faceva capo a Giorgio Chinaglia».
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