Lazio-Juventus: torna Marchetti tra i pali
Recupera Konko, attacco Candreva-Hernanes

Lazio-Juventus: torna Marchetti tra i pali Recupera Konko, attacco Candreva-Hernanes
di Alberto Abbate
3 Minuti di Lettura
Sabato 25 Gennaio 2014, 00:54 - Ultimo aggiornamento: 11:41
Non aprite quella porta: c’è la Juve per rinascere, il nuovo anno per brindare al mondiale. Marchetti riacciuffa i guantoni: prima partita del 2014, primo sorriso per Reja. Solo un virus ne aveva contaminato il rientro a Udine, Federico lo stritola e risorge ancora. In questa stagione non ha compiuto miracoli (33 gol subiti in 22 gare), ma con Edy rivede un orizzonte: ora che la difesa è più solida, il Brasile deve riavvicinarsi. Non è ancora un miraggio. Tuttavia, non solo il momento no della Lazio, ma anche quell’indecisione azzurra contro l’Armenia rischia di strappargli di nuovo l’Italia: ci aveva messo anni per riprendersela, Marchetti non può lasciarsela scappare proprio ora. La corsa continua: Federico chiamerà lo sguardo di Prandelli fra i pali, il volo riparte stasera. È la sua partita. Quando vede bianconero, le sue mani s’infiammano: straordinario l’anno scorso e due anni fa a Torino, vuole vendicarsi degli ultimi otto gol subiti ad agosto.



L'amico Gigi. Amico e nemico, Marchetti sfida Buffon: «Me lo presentò Nista, il preparatore dei portieri che avevo quando giocavo nel Torino. Con Gigi ci siamo incontrati anche quando stavo nell’Albinoleffe e nel Cagliari, gli ho chiesto la maglia tutte le volte». È il suo idolo e il suo incubo da anni per l’azzurro, ormai c’ha fatto le ossa: il ruolo di secondo però in Brasile non gli starebbe affatto stretto, è l’obiettivo. E tanti fan coccolano il suo sogno: quasi duemila “mi piace” nel gruppo Facebook “Voglio Federico Marchetti in nazionale”. La corsa al mondiale sprinta stasera. Per Federico sarà anche un derby. Fu il Torino a sceglierlo, ma non gli diede mai fiducia: «Quand’ero giovane, giocavo in una piccola società, si chiama Bessica, era affiliata alla Juve, ma il provino lo feci con il Torino e mi presero i granata». Una ragione in più per sgommare fra i pali, non c’è nessuna intenzione di scansarsi dalla porta. Per quanto possano spaventare cupi amarcord: la vittoria biancoceleste (4-1) sulla Juve del 18 marzo 2001 “regalò” lo scudetto alla Roma, Campione d’Italia per appena 2 punti sui bianconeri.



Le scelte. Presagi e mugugni fra la tifoseria, Reja li allontana e li zittisce: «Non scherziamo nemmeno. Cercheremo di mettere in difficoltà questa Juve marziana». Grinta, cervello, tanto cuore. E un modulo quasi speculare per annientare le diavolerie di Conte. Salvo sorprese bianconere last minute, avanti col 3-4-2-1 provato in settimana, con qualche correzione: Cana e non Ciani nel terzetto difensivo con Biava e Dias. In extremis, recupera Konko ed è in vantaggio sul giovane Crecco a sinistra. A destra Cavanda, Biglia e Ledesma in cabina di regia: «Non sono veloci, ma molto intelligenti e possono coesistere. Non mi sento di rischiare ancora Gonzalez». Candreva ed Hernanes agiranno dietro Klose. I tre diamanti dell’impresa di Udine nell’azione vittoria: sponda del panzer, appoggio dell’esterno di Tor de Cenci per il brasilano, doppio passo e siluro nel sette. Stasera però sarà fantasia guardinga al potere: «Oltre a inventare, dovranno limitare le giocate di Pirlo». Carcerare la mente bianconera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA