La grande bellezza, alla scoperta dei luoghi del film

La grande bellezza, alla scoperta dei luoghi del film
di Alessandro Di Liegro
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Martedì 14 Gennaio 2014, 09:06 - Ultimo aggiornamento: 18:50

Ha appena vinto un Golden Globe ma non lo sa ancora o, forse, fa finta di non saperlo. È Roma, la vera protagonista de La Grande Bellezza, premiata a Los Angeles con quello che da molti è definito l'anticamera dell'Academy Award. Statuetta, quest'ultima, di cui la Caput Mundi fa già sfoggio grazie a capolavori come Ladri di Biciclette, Roma Città Aperta, La Dolce Vita. Così la vicenda personale di Jep Gambardella, interpretato da Toni Servillo, diventa una scusa per costruire il più intenso spot promozionale per la Capitale: dal Gianicolo al Colosseo, da Piazza Navona al colle Aventino, dalle Terme di Caracalla al Parco degli Acquedotti, l'occhio di Paolo Sorrentino mostra una Roma permeata di un fascino antico, immutabile. La storia della città è paragonabile a quella di quei nobili decaduti, ottimamente rappresentati nella pellicola, che, per vivere, sono costretti a ripetere l'eterna pantomima di loro stessi.

LA PASSEGGIATA

Nonostante, quindi, l'encomio di un riconoscimento pregevole, la Città Eterna, permane nel suo immobilismo. Come sarebbe la passeggiata notturna di Gambardella, un anno dopo il film che ne descrive la presa di coscienza della sua sconfitta umana? Piazza Navona è la Montmartre capitolina, con le centinaia di turisti che devono farsi largo tra venditori di paccottiglia di ogni genere e si ritrovano sotto la Fontana dei Fiumi del Bernini che ironicamente, cerca di difendersi dall'improbabile crollo della Chiesa di Sant'Agnese in Agone del Borromini. I turisti che fotografano la piazza non sanno del film di Sorrentino. Due turiste giapponesi fanno di no con la testa, Ana e Manuel, coppia spagnola in viaggio di nozze zaino in spalla, hanno visto il film ma non riescono a orientarsi fra le scene di fiction e la realtà geografica.

Il lunedì i Musei sono chiusi, per cui Palazzo Braschi e Palazzo Altemps nascondono le loro bellezze al pubblico. La direttrice del secondo, Alessandra Capodiferro, ricorda le scene girate nell'androne, dove c'è il busto del Polifemo all'inizio della scalinata che porta alla statua del Galata suicida. Nel film sono le grandi scalinate di Palazzo Braschi a succedere al busto seicentesco. Da lì al Gianicolo si percorre l'argine del Tevere, passando da Ponte Cavour, e si sale per viale Glorioso, fino all'Accademia di Spagna, dove c'è il Tempietto di San Pietro in Montorio, chiuso per lavori dal 20 dicembre scorso. Serve un altro po' per arrivare alla Fontana dell'Acqua Paola, lì dove, all'inizio del film, un turista giapponese viene colto dalla sindrome di Stendhal. Due poliziotti a cavallo si accostano alla fontana verso il mausoleo garibaldino, dall'altro lato una troupe cinematografica sta girando una fiction.

IL TRAMONTO

Sta arrivando il tramonto, Gambardella si starà muovendo verso il colle Aventino, per guardare, insieme a Sabrina Ferilli, dal buco della serratura del Priorato dei Cavalieri dell'Ordine di Malta e vedere la Cupola di San Pietro in lontananza. C'è sempre la fila, c'è da aspettare prima di riuscire a dare un'occhiata e muoversi verso il vicino Giardino Degli Aranci, a pochi metri dalla chiesa di Santa Sabina. Non tutti sono fortunati come il personaggio di Toni Servillo, che può avvantaggiarsi dell'amicizia di un Giorgio Pasotti in versione maggiordomo delle più belle ville romane. La notte si sta inoltrando e un altro party in terrazza attende gli immancabili presenzialisti. Si scende per le Terme di Caracalla, meta degli indefessi amanti del fitness per tornare a casa, affacciarsi dal balcone e avere il Colosseo con il suo Tridente in via di pedonalizzazione. Nessun pellicano sulla balaustra, c'è da annotare il traffico su via Claudia, nonostante il blocco su via dei Fori Imperiali.

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