Le battute, ormai facilissime, ieri si sono sprecate, con grande gioia di twitter e vari social network. D'altra parte, la realtà ha fornito non pochi spunti. Julie è in gara per un ruolo da non protagonista per aver interpretato una furba e smaliziata consigliera politica che si chiama (purtroppo sì) Valérie, nel film “Quai d'Orsay” di Bertrand Tavernier. E pensare che la Francia era così fiera della sua eccezione, così caparbia nel marcare la differenza dagli esageratissimi americani e dalle sconsiderate derive berlusconiane. Qui no, mai: niente vita privata in res publica, siamo francesi. La politica è una cosa, i “sécrets d'alcove”, i segreti dell'alcova (così si chiamavano scientificamente le vite sentimentali dei politici prima che casco e scooter del presidente finissero su Closer) dovevano essere un'altra.
LE LOVE STORY
Dominique Strauss-Kahn, quasi candidato alle presidenziali, fotografato in manette con l'accusa di stupro a New York aveva dato il primo forte scossone ai sani principi della stampa francese. Poi era arrivato Nicolas Sarkozy a tentare i più deboli, esibendo prima Cécilia e la sua scintillante famiglia allargata sul tappeto rosso all'Eliseo, quindi il volto disfatto dal tradimento di lei, il divorzio e poi il colpo di scena con lieto fine, la love story coronata da ri-matrimonio con Carla Bruni. Con Hollande si pensava di tornare alle origini della V Repubblica, con i buchi della serratura ben tappati. Era sottovalutare il nuovo presidente normale.
Segnali inquietanti c'erano già stati con la prima rottura, quella con Ségolène Royal. Alla fine era stata lei a cacciarlo di casa, stanca di vederlo perso dietro a Valérie Trierweiler. In privato? Per niente: Ségolène aveva fatto un bel comunicato alla France Presse. Comunicato premonitore. Sette anni dopo sarà François a telefonare all'Agenzia per comunicare un'altra rottura, quella sua da Valérie. Privacy adieu. La stampa francese se n'è fatta presto una ragione. È toccato al corrispondente di Libération da Bruxelles Jean Quatremer - primo, su un blog, a parlare dell'eccessiva sensibilità di Strauss Kahn al fascino femminile - sdoganare un giornalismo che non può più ignorare per principio la vita privata delle pubbliche personalità, pena una rischiosa autocensura.
DONNE E DENARO
Via dunque a inchieste giornalistiche sui retroscena finanziari della separazione tra Hollande e Valérie. La frase di lui («le donne mi sono costate care» riportata da non si sa quale fonte) ha fatto il giro di quotidiani e settimanali. Come pure la destinazione dell'appartamento dove la coppia viveva felice prima dell'Eliseo, nella rue Cauchy. È affittata a lui, ma vi vivrà lei. E impossibile confinare alla sfera privata il futuro professionale di Valérie, che, colmo della sfortuna, è giornalista. Tornerà dunque a Paris Match e alla sua cronaca letteraria. E pazienza se in prima pagina c'è già stata a forse ci sarà di nuovo la sua rivale o il suo ex compagno.
Nell'attesa le nomination ai César ieri hanno già scatenato metafore, punti esclamativi e doppi sensi senza più freni. Se il presidente è fidanzato con un'attrice, sono i rischi del mestiere. D'altra parte, non è stato lo stesso Financial Times a sparare Julie in prima pagina? Il predecessore Sarkozy era riuscito a sposare e a portare all'Eliseo una ex modella cantante. Carlà ha imparato subito: durante il mandato, riverenza perfetta alla regina d'Inghilterra e chitarra solo nel salotto di casa. Julie rinuncerà al cinema per il presidente? Hollande non dovrebbe chiederglielo: ha giurato che con le première dame, ha chiuso. L'amore resterà fuori dall'Eliseo.
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