Nomination Oscar francesi, l'amante di Hollande in lizza contro la madre di Carla Bruni. Ironia su Twitter

Julie Gayet
di Francesca Pierantozzi
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Sabato 1 Febbraio 2014, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 18:23
PARIGI - Ci mancava solo la nomination ai Csar. Julie Gayet, proprio lei, la nuova fidanzata del presidente, nominata come migliore attrice non protagonista agli oscar francesi. “Second role”, secondo ruolo, si dice in modo più calzante in lingua originale. Una nomination che va a pennello a Julie la seconda dama, che ha scalzato la première, Valérie, in quindici giorni. E fosse finita qui. No: a concorrere con lei, il prossimo 28 febbraio al Theatre du Chatelet, ci sarà un'altra ex donna dell'Eliseo, questa volta l'ex prima suocera Marisa Borini, mamma di Carla Bruni in Sarkozy. La signora Borini è in lizza per la sua interpretazione nel film della figlia (a sua volta ex prima cognata) Valeria Bruni Tedeschi, «Un castello in Italia». Chi vincerà l'oscar, l'Eliseo di Sarkozy o quello di Hollande?



Le battute, ormai facilissime, ieri si sono sprecate, con grande gioia di twitter e vari social network. D'altra parte, la realtà ha fornito non pochi spunti. Julie è in gara per un ruolo da non protagonista per aver interpretato una furba e smaliziata consigliera politica che si chiama (purtroppo sì) Valérie, nel film “Quai d'Orsay” di Bertrand Tavernier. E pensare che la Francia era così fiera della sua eccezione, così caparbia nel marcare la differenza dagli esageratissimi americani e dalle sconsiderate derive berlusconiane. Qui no, mai: niente vita privata in res publica, siamo francesi. La politica è una cosa, i “sécrets d'alcove”, i segreti dell'alcova (così si chiamavano scientificamente le vite sentimentali dei politici prima che casco e scooter del presidente finissero su Closer) dovevano essere un'altra.



LE LOVE STORY

Dominique Strauss-Kahn, quasi candidato alle presidenziali, fotografato in manette con l'accusa di stupro a New York aveva dato il primo forte scossone ai sani principi della stampa francese. Poi era arrivato Nicolas Sarkozy a tentare i più deboli, esibendo prima Cécilia e la sua scintillante famiglia allargata sul tappeto rosso all'Eliseo, quindi il volto disfatto dal tradimento di lei, il divorzio e poi il colpo di scena con lieto fine, la love story coronata da ri-matrimonio con Carla Bruni. Con Hollande si pensava di tornare alle origini della V Repubblica, con i buchi della serratura ben tappati. Era sottovalutare il nuovo presidente normale.

Segnali inquietanti c'erano già stati con la prima rottura, quella con Ségolène Royal. Alla fine era stata lei a cacciarlo di casa, stanca di vederlo perso dietro a Valérie Trierweiler. In privato? Per niente: Ségolène aveva fatto un bel comunicato alla France Presse. Comunicato premonitore. Sette anni dopo sarà François a telefonare all'Agenzia per comunicare un'altra rottura, quella sua da Valérie. Privacy adieu. La stampa francese se n'è fatta presto una ragione. È toccato al corrispondente di Libération da Bruxelles Jean Quatremer - primo, su un blog, a parlare dell'eccessiva sensibilità di Strauss Kahn al fascino femminile - sdoganare un giornalismo che non può più ignorare per principio la vita privata delle pubbliche personalità, pena una rischiosa autocensura.



DONNE E DENARO

Via dunque a inchieste giornalistiche sui retroscena finanziari della separazione tra Hollande e Valérie. La frase di lui («le donne mi sono costate care» riportata da non si sa quale fonte) ha fatto il giro di quotidiani e settimanali. Come pure la destinazione dell'appartamento dove la coppia viveva felice prima dell'Eliseo, nella rue Cauchy. È affittata a lui, ma vi vivrà lei. E impossibile confinare alla sfera privata il futuro professionale di Valérie, che, colmo della sfortuna, è giornalista. Tornerà dunque a Paris Match e alla sua cronaca letteraria. E pazienza se in prima pagina c'è già stata a forse ci sarà di nuovo la sua rivale o il suo ex compagno.



Nell'attesa le nomination ai César ieri hanno già scatenato metafore, punti esclamativi e doppi sensi senza più freni. Se il presidente è fidanzato con un'attrice, sono i rischi del mestiere. D'altra parte, non è stato lo stesso Financial Times a sparare Julie in prima pagina? Il predecessore Sarkozy era riuscito a sposare e a portare all'Eliseo una ex modella cantante. Carlà ha imparato subito: durante il mandato, riverenza perfetta alla regina d'Inghilterra e chitarra solo nel salotto di casa. Julie rinuncerà al cinema per il presidente? Hollande non dovrebbe chiederglielo: ha giurato che con le première dame, ha chiuso. L'amore resterà fuori dall'Eliseo.
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