«Io, allergico al wi-fi in esilio dal mondo»
In fuga dalle "onde" del Terzo Millennio

«Io, allergico al wi-fi in esilio dal mondo» In fuga dalle "onde" del Terzo Millennio
di Laura Bogliolo
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Martedì 28 Luglio 2009, 20:01 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 22:55
ROMA (28 luglio) - Gira per le strade con un detector in grado di captare segnali wi-fi. E si sente in esilio nel suo mondo. Non un maniaco della connessione a tutti i costi. Anzi, dagli hotspot deve stare lontano almeno 50 yards per evitare di essere colpito da acuti mal di testa, nausea e problemi alla vista.



Steve Miller è un deejay inglese. La sua vita erano gli spettacoli e i concerti. Poi, due anni fa, per la prima volta, ha capito che qualcosa non andava: ha iniziato a sentirsi male dopo essere entrato in uno studio che aveva da poco installato il wi-fi. Da quel giorno è iniziato il suo calvario.



«E' molto difficile trovare posti senza wi-fi» racconta a The Sun. Il suo terrore sono gli aeroporti, i treni, gli hotel, molti dei quali coperti dal wi-fi. Per evitare quel malessere che lo assedia racconta di aver dovuto rinunciare a molte esibizioni.



Secondo The Sun Steve fa parte di quel due per cento della popolazione che soffre di Electromagnetic Hypersensitivity, iper-reazione dell'organismo all'esposizione all'elettrosmog. Una sorta di "repulsione" biologica alle consueguenze della tecnologia.



Un tema molto sentito negli Usa, che in fatto di diffusione di hotspot sono molto più avanti di noi, e che riguarda anche la sensibilità da campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. Tanto che quest'anno il Governatore della Florida ha proclamato maggio mese di consapevolezza alla sensibilità elettromagnetica (Electromagnetic Sensitivity (EMS) Awareness Month). E già nel 2007 l'amministrazione di Parigi fu costretta a chiudere quattro biblioteche dopo le lamentele dei dipendenti, che, sostenuti dall'associazione ambientalista Agir pour l'environnement, denunciavano mal di testa continui a causa del wi-fi installato nei locali.



Ma c'è anche chi è allergico ai monitor dei computer. E' il caso di Troy Knight che ha iniziato a manifestare sintomi all'età di sedici anni quando passava dieci ore davanti ai pc. Nessun credeva alla sua malattia fino a quando fu proprio lui a trovare un articolo svedese che parlava del tema. Alla sua storia ha dedicato il sito www.electrosensitivity.org.



E' anche vero però che non ci sono prove scientifiche che indichino il wi-fi come nemico della salute. Molti spiegano tra l'altro che ha una potenza simile a quella del bluetooth e che sarebbe impossibile rimanere intossicati da un flusso così basso. Secondo altri si tratta semplicemente di stress, di sintomi dovuti a una condizione psicologica.



Ma il dubbio e soprattutto la paura un po' irrazionale di fare la fine della Julianne Moore protagonista in Safe resta: malata di asma da inquinamento diventerà allergica a tutto fino a rifugiarsi in una bolla costruita in un ambiente asettico.



Secondo Miller molte persone soffrono della sua stessa malattia, ma non ne sono consapevoli e, dice, «non ci sono cure» che possono migliorare la situazione. Anche se il deejay sembra averne trovata una, ossia allontanarsi dalle city contaminate del Terzo Millennio e rifugiarsi in una casa in Cornovaglia. Nel villaggio di Falmouth c'è un'abitazione con le mura spesse 45 centimetri.

E per tutti l'avvertenza è la stessa: vietato avvicinarsi con apparecchi traghettatori delle "onde" del Terzo Millennio.