Incastrata tra ascensore e ringhiera
Orribile morte di una donna a Roma

L'ascensore di via Corvisieri 3
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Lunedì 13 Settembre 2010, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 23:44
ROMA (13 settembre) - Una donna morta nel vano ascensore di un palazzo di via Costantino Corvisieri 3, al Nomentano. Sul posto vigili del fuoco e carabinieri.



La donna, Piera Pronti, di Sgurgola (Fr), addetta alle pulizie di 46 anni, è morta dopo essere rimasta incastrata con con la testa tra la ringhiera delle scale e l'ascensore che arrivava. La vittima, al suo primo giorno di lavoro nel condominio per conto di una ditta di pulizie, stava pulendo la grata esterna dell'ascensore e si era arrampicata su una scala per pulire anche la parte interna, senza accorgersi dell'arrivo dell'ascensore dai piani superiori. L'ascensore si è bloccato all'impatto col suo corpo ma questo non è bastato a salvarle la vita. Probabilmente la morte è avvenuta per asfissia. La donna che si trovava nell'ascensore, non capendo il motivo del blocco, lo ha riportato al piano. Solo dopo si è accorta della tragedia.



L'ascensore lasciato in funzione durante i lavori. «Nell'ascensore al momento dell'incidente c'era una signora che abita all'ultimo piano. È rimasta incastrata per oltre due ore - racconta una condomina - La signora ha visto che l'ascensore era fuori uso ed è scesa a piedi, quando ha trovato la porta al piano aperta, ha pensato che qualcuno l'avesse dimenticata così. È entrata ed é scesa. È assurdo che l'ascensore non sia stata disattivato e che non siano stati messi cartelli che avvisavano dei lavori di pulizia».



Sgomento e incredulità a Sgurgola, dove abitava la vittima. Sposata e madre di tre figli, di 18, 12 e 8 anni viveva una situazione economica difficile: il marito è un operaio della Videocon in cassa integrazione e per questo Piera Pronti aveva cominciato a lavorare per conto dell'impresa di pulizie incaricata di eseguire dei lavori straordinari nel condominio di via Corvisieri. I suoi concittadini parlano di una «brava moglie e madre che non si era persa d'animo per le difficoltà economiche che la sua famiglia stava vivendo e faceva di tutto per andare avanti».



La procura di Roma ha aperto un fascicolo in merito all'accaduto. Il magistrato di turno, il pm Maria Bice Barborini, ha disposto l'esame autoptico sul corpo della donna nell'ambito del fascicolo aperto e intestato «atti relativi a», ossia senza ipotesi di reato e senza indagati. Nei prossimi giorni negli uffici di piazzale Clodio, sono attesi gli esiti degli accertamenti effettuati sul posto dai vigili del fuoco e dai carabinieri. Non si esclude, in ambiti giudiziari, che possa essere ipotizzato il reato di omicidio.



La Filcams CGIL, la Federazione Italiana Commercio Alberghi, Mense e Servizi, in una nota, ha espresso cordoglio e preoccupazione per questa morte sul lavoro. Questo il testo del comunicato: «La sicurezza sul lavoro è un investimento per la vita e non certamente un lusso: va incentivata, anche tramite l'informazione e la formazione di ogni lavoratrice e lavoratore. Aspettiamo i rilievi della magistratura per capire se la lavoratrice era correttamente informata dei rischi che correva, cosi come prevede la legge e se la tragedia poteva essere evitata con una semplice segnalazione di pericolo».