Canoa, Idem è comunque leggenda
a 48 anni quinta nella finale olimpica

Josefa Idem
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Giovedì 9 Agosto 2012, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 11:58

LONDRA - Josefa si piazzata quinta nella finale olimpica dei 500 metri del K1 alle Olimpiadi di Londra.
L'azzurra, all'ottava partecipazione ai Giochi, ha chiuso in 1'53"223, a tre decimi esatti dal podio. Ha trionfato l'ungherese Danuta Kozak, che ha conquistato la medaglia d'oro in 1'51"456. Argento all'ucraina Inna Osypenko (1'52"685) e bronzo alla sudafricana Bridgitte Hartley (1'52"923). Quarto posto per la svedese Sofia Paldanius (1'53"197).

La Idem, che tra un mese compirà 48 anni, è stata in piena corsa per il bronzo fino agli ultimi metri. Il cedimento nel finale, però, le ha impedito di aggiungere l'ennesima medaglia a un palmares a dir poco impressionante. L'elenco globale è interminabile: in totale, tra Olimpiadi e Mondiali, ci sono 6 ori, 11 argenti e 9 bronzi. A tutto questo, va aggiunto il bottino europeo con 8 ori, 2 argenti e 2 bronzi. Come se non bastasse, fanno da "contorno" due Coppe del Mondo e 45 successi parziali.

I complimenti di Petrucci. «Josefa Idem ha vinto per sé, per la famiglia, e per l'Italia: lei è la nostra medaglia d'oro». Gianni Petrucci, presidente del Coni, ha assistito all'ultima gara olimpica della canoista azzurra, e mentre lei esprimeva il rammarico per non aver raggiunto il bronzo, Petrucci la premiava virtualmente, per le sue otto partecipazioni ai Giochi, e per la sua ennesima finale a 48 anni: «È lei la vera novità di questi giochi».

Il mito si ferma qui. «Sono dispiaciuta perchè questa era la mia ultima gara, ma sono anche contenta per essere arrivata così vicina al podio. Ora basta, veramente basta, il mio sogno è essere a Rio per raccontare le imprese gli altri». Josefa Idem annuncia così, ai microfoni Sky, l'addio alle gare dopo il quinto posto. «È mancato quel pochino in più, dio bono, come si dice in Romagna - ha aggiunto la canoista, 48 anni a settembre alla sua ottava olimpiade -. È stato bello sognare con tutti voi, certo se la rifacciamo domani va in un altro modo». «Non siate tristi per me», continua, senza riuscire a trattenere le lacrime. «Ora voglio scrivere storie di sport, storie di perdenti - ha detto la 48enne canoista - questo è il momento di smettere, era diventata troppo dura».

L'Idem-pensiero: Schwazer, Beppe Grillo e lo spread. «Schwazer? Lo vedo come un figlio che ha sbagliato. Dovrà pagare per quello che ha fatto, ma poi è giusto che si rifaccia una vita». Josefa Idem parla così del caso dell'azzurro dell'atletica, escluso dalle Olimpiadi di Londra dopo essere risultato positivo all'Epo. «Ho sentito parlare Schwazer, era pressato dalle aspettative e questo ti fa capire che noi crediamo sempre e soltanto nei risultati assoluti. Le altre storie non le ascoltiamo neanche. Io oggi ho chiuso al quinto posto ma mi sono piaciuta, queste sono le pagine che dobbiamo scrivere», dice l'azzurra. Schwazer ha detto che non amava lo sport e che la fatica lo nauseava. «Lo capisco bene», dice la Idem. «Neanche a me piaceva allenarmi e nel mio ambiente c'erano tante pressioni. Avevo un allenatore autoritario e a 24 anni anche io avevo la nausea ed ero pronta per smettere. Non mi piaceva neanche la canoa, ma non volevo buttare via questo dono che avevo. Ho trovato il modo per farmelo piacere questo sport, all'inizio è stato un amore combinato e l'amore è venuto dopo».

«Le Olimpiadi trionfo del nazionalismo? Grillo è un patacca», dichiara circa le parole di Beppe Grillo sul patriottismo alle Olimpiadi. «Dispiace molto», dice la 48enne azzurra della canoa. «Tra l'altro questa è una nazionale con un'alta percentuale di atleti nati altrove. Siamo un paese che si emoziona per le Olimpiadi, ma non per questo andiamo a invadere e a fare delle guerre. Grillo ha sfruttato il grande palcoscenico delle Olimpiadi per lanciare messaggi che fanno scalpore e attirare l'attenzione. Non sta neanche bene denigrare i sogni degli atleti e la gioia di gente che in questo periodo sta vivendo la crisi».

«Spero che questo sia un quinto posto che possa ispirare: ai nostri giovani dobbiamo dare un progetto, la gioia di inseguire un futuro». Lo ha detto Josefa Idem dopo la sua finale della canoa K1 500 che chiude la sua carriera agonistica. «Alla faccia dello spread - ha aggiunto l'azzurra, nata in Germania - noi italiani siamo molto, molto meglio di quello che crediamo. Siamo davvero forti, siamo grandi».

L'impegno politico. «Alla sua ottava Olimpiade, la partecipazione alla finale e il quinto posto a tre decimi dal podio valgono a Sefi Idem una medaglia di platino. Quando tornerà a Ravenna la festeggeremo come merita una campionessa olimpica». È il commento del sindaco della città romagnola, Fabrizio Matteucci. «Impegnata in una grande impresa sportiva, Sefi, con grande senso civico, è stata a Londra - ricorda il sindaco - l'ambasciatrice di Ravenna 2019-Capitale Europea della Cultura. In cima al mondo si è ricordata della nostra città. Sefi Idem è un'atleta eccezionale e una grande donna».

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