Il cinema americano perde uno dei suoi personaggi pi popolari: il regista, autore e attore Harold Ramis si spento nella notte nella sua citt natale di Chicago. Il regista di “Groundhog Day” e di “Analyze This” era a casa, con i familiari accanto. E’ stato stroncato a soli 69 anni da complicazioni derivate da una vascolite immunitaria contratta nel 2010. Ramis aveva lavorato dopo la laurea come giornalista freelance e come autore di barzellette per il mensile “Playboy”. Tuttavia la sua creatività resterà per sempre legata a una corrente comica basata sull’improvvisazione, che affonda le sue origini proprio a Chicago, nella produzione teatrale “Second City”, che ha poi avuto una fortunata stagione televisiva e ha esercitato una forte influenza sia sul cinema che su altri programmi tv, come Saturday Night Live. Con questo background, Ramis approdò a Hollywood alla fine degli anni Settanta, e qui assurse a statura quasi leggendaria quando nel 1984 uscì Ghostbusters, alla cui sceneggiatura aveva contribuito. Il film, con Bill Murray, Dan Akroyd e Sigourney Weaver, diventò uno dei più popolari blockbustrer comici della storia di Hollywood.
Ramis si era già cimentato con successo con la comicità irrispettosa e demenziale, dirigendo “Caddyshack” e “National Lampoon Vacation”, ma nel 1993 si laureò in serie A con “Groundhog Day” per il quale aveva chiamato il suo amico Bill Murray ed Andie McDowell. Anche questa pellicola divenne un immediato successo, e rimane fra i più popolari film comici di tutti i tempi.
A questo punto però Ramis decise che era ora di tornare a Chicago: “C’è un certo orgoglio nel lavorare nella tua città, nell’essere uno del posto – spiegò -. A Los Angeles questo non può averlo nessuno, perché nessuno è di Los Angeles”. Dopo il trasferimento, Ramis ebbe un nuovo grosso successo con “Analyze This” (Terapia e Pallottole, con Robert De Niro e Billy Crystal). Di recente aveva dirett ovari episodi della fortunatissima serie tv “The Office”.
La sua scomparsa ha colpito tutti. Ramis era una persona amabile, sempre generoso con i giovani all’inzio della carriera, sempre gentile e condiale con i suoi concittadini: “E’ l’unica persona che non è stata cambiata dal successo – disse uno dei suoi ex collaboratori di Second City, Bernie Sahlins, qualche anno fa -. E’ una persona normale e disponibile, il contrario delle star, il successo non gli ha dato alla testa”.