​L'ultimo saluto a Giulia, travolta al bar. Su Fb scrisse: «La vita è bella, la bella vita ancor di più»

​L'ultimo saluto a Giulia, travolta al bar. Su Fb scrisse: «La vita è bella, la bella vita ancor di più»
di Ferdinando Bocchetti
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Domenica 13 Luglio 2014, 12:01 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 10:48

Giulia e Salvatore. Stessa scuola, la Massimo D'Azeglio, stessa sezione, la A. Giulia e Salvatore, una vita trascorsa a Marano, nella stessa zona, tra corso Mediterraneo e corso Umberto, dove entrambi risiedevano.

Giulia e Salvatore, insieme, frequentavano perfino la stessa parrocchia: quella dello Spirito Santo Nuovo, in via Piave. Si rincorrono le coincidenze agghiaccianti in queste due tragedie, quella di Salvatore Giordano, quattordici anni, morto per il crollo nella Galleria Umberto I di Napoli e di Giulia Menna, quindici anni compiuti lo scorso 29 giugno, travolta da un'auto mentre era seduta, tranquilla e con i suoi amici, ai tavoli di un venditore di panini e kebab.

«Giulia era un'amica solare, piena di vita. Ed era sempre pronta a dare una mano a chi di noi era in difficoltà» ricordano le sue compagne di una vita, ancora tutta da scoprire, nel giorno del dolore. E le voci di dentro di una città, scossa dalla morte di suoi due giovani, mettono insieme altri agghiaccianti tasselli. La ragazza è stata travolta per errore, forse a causa di una manovra azzardata o di una bravata, dall'auto guidata dall'amico che l'aveva accompagnata nel piazzale Yasser Arafat, luogo che è diventato un punto di riferimento per gli adolescenti di Marano (Napoli).

La borsa di Giulia, al momento dell'impatto, era ancora nella Renault Clio di F.M., il 19enne appena patentato. E spuntano, via via, altre inquietanti coincidenze: il papà del giovane che l'ha investita, Felice, è il miglior amico di Biagio, il padre di Giulia. È toccato proprio a lui avvertirlo, l'altra sera, intorno alle 23, della morte della figlia che era stata trasportata all'ospedale San Giuliano di Giugliano. Sono ancora sotto choc i familiari del ragazzo che guidava la Renault Clio: «Conosco Giulia, conosco suo padre: è uno dei miei migliori amici – racconta Felice - Questa storia ha distrutto la vita di due famiglie. Mio figlio è angosciato, è sconvolto per quanto accaduto: non riuscirà mai a darsi pace». Felice lavora nel settore dell'ortofrutta proprio come il padre di Giulia. Una delle amiche che era con lei, e che ha riportato diverse fratture al braccio, è la fidanzata del ragazzo che l'ha investita. E l'altra sera doveva essere una tranquilla serata in compagnia degli amici, una delle tante trascorse dal gruppi di giovani nel piazzale Arafat, approfittando del caldo estivo e delle vacanze scolastiche. Giulia amava la danza, i tacchi alti, la moda, la musica. Le piaceva Rocco Hunt, e raccontava sempre di essere perfino riuscita ad incontrarlo durante un concerto. In uno dei suoi ultimi post aveva scritto: «La vita è bella, ma la bella vita lo è ancor di più».

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