Giovanni XXIII: da Sotto il Monte a Roma. Il Paese natio del “Papa buono” si prepara a ricevere diecimila pellegrini in diretta con piazza San Pietro

La casa natale di Papa Roncalli, a Sotto il Monte
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Lunedì 21 Aprile 2014, 21:15 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 10:48
Sotto il Monte oggi un paesino di quattromila anime e nel novembre del 1881, quando nacque Angelo Giuseppe Roncalli, che sarebbe diventato Papa Giovanni XXIII settantasette anni dopo, non dovevano essere molte di pi.

Solo da un paio di anni la Diocesi ha deciso di investire puntando sull’accoglienza dei pellegrini sulle tracce del “Papa buono”, ristrutturando i luoghi simbolo della vita bergamasca di Roncalli e inaugurando una “Casa del Pellegrino” pensata per accogliere i fedeli da tutto il mondo e favorirne un soggiorno ricco di stimoli spirituali.



I Padri del Pime hanno da sempre in custodia la casa natale, mentre alle suore “Poverelle” è stato affidato il Ca’ Maitino, il luogo usato da Roncalli per le vacanze estive prima che diventasse Papa. Qui mons. Loris Francesco Capovilla, storico segretario particolare di Giovanni XXIII, ha raccolto una serie di interessanti e suggestivi ricordi, tra cui l’altare dove celebrava Messa in Vaticano e il letto dove spirò, allestendo un museo memoriale, accessibile gratuitamente, come gli altri luoghi.



Casa Roncalli. «Per noi di Sotto il Monte è un onore aver dato i natali a un Santo» – ci racconta Gimmy Schiavi, direttore della “Casa del Pellegrino” di Sotto il Monte, una delle iniziative dell’Associazione Papa Giovanni Sotto il Monte Giovanni XXIII, istituita su volere del vescovo di Bergamo S.E. Mons. Francesco Beschi, per strutturare meglio il percorso di fede legato a Papa Roncalli. «Casa Roncalli è una tipica dimora di origini contadine, sembra proprio una di quelle viste nel film “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi, ambientato nella campagna bergamasca di fine Ottocento.



Per noi, come per tutti, Giovanni XXIII rimane il “Papa buono”, ma il nostro obiettivo è rivalutare la figura di uno dei Papi più innovativi della storia, quello che ha voluto il Concilio Vaticano II, che ha modernizzato la Chiesa. Prima di diventare Papa, è stato Visitatore Apostolico in Bulgaria, poi Delegato in Turchia e in Grecia, poi ancora Nunzio di Parigi, infine Patriarca di Venezia. Ha girato tanto, ma il suo legame con la parrocchia di origine è sempre stato fortissimo. Nessun Papa ha mantenuto un contatto così forte. E c’è un grande desiderio di conoscere meglio Papa Roncalli da parte di molti fedeli. Nell’ultimo anno – prosegue Schiavi – abbiamo accolto 100mila visitatori, non solo dall’Italia, ma molti anche da altri Paesi come Francia e soprattutto Germania. Tra l’altro siamo gemellati con Marktl am Inn, il paese natio di Bendetto XVI».



Filo diretto con Roma. «Per il 27 aprile ci aspettiamo 100mila persone. Dalle 9.30 apriremo il collegamento con Roma», spiega Gimmy Schiavi. Solo i primi 450 che riusciranno a prenotarsi, seguiranno la diretta in 3d da piazza San Pietro, sullo schermo allestito nella chiesa parrocchiale. Altri 400 potranno prenotarsi per vederla nel santuario e altri ancora nel palatenda, che accoglie fino a 1000 persone. Ci saranno poi maxischermi al Giardino della pace, con posti liberi, tempo permettendo. «La festa proseguirà nel pomeriggio – anticipa Schiavi -, con la Messa solenne celebrata alle 16 nel Giardino della Pace, mentre porteremo in processione la statua del nostro Papa che ormai sarà Santo. Per la sera, invece, si potrà assistere allo spettacolo “Joannes XXIII”, il musical che racconta la vita di Papa Roncalli, dall’infanzia a Sotto il Monte, fino al cosiddetto "discorso della luna" dell’11 ottobre 1962, in occasione dell’apertura del Concilio Vaticano II, quando disse ai fedeli assiepti in piazza San Pietro: “Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa”.



Una delegazione di sottomontesi, capitanata dal parroco mons. Claudio Dolcini, che è anche presidente dell’Associazione Papa Giovanni Sotto il Monte Giovanni XXIII, verrà a Roma per acclamare il loro Santo. «Saremo in 230 e arriveremo su 5 pullman», dice don Dolcini. «Sappiamo che ci saranno centinaia di migliaia di persone in piazza San Pietro e perciò abbiamo chiesto un posto assicurato per noi che rappresentiamo le origini di Papa Roncalli. Io sono nato a Lecco, ma dalle nostre parti tutti siamo cresciuti con Giovanni XXIII. C’è una sua immagine in tutte le case. Il fatto che diventi santo è un invito a imitarlo».
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