Giovanni XXIII, santo senza miracolo: la carezza rivoluzionaria di Papa Roncalli

Giovanni XXIII, santo senza miracolo: la carezza rivoluzionaria di Papa Roncalli
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Sabato 26 Aprile 2014, 15:38 - Ultimo aggiornamento: 15:39
La canonizzazione di Giovanni XXIII rappresenta un gesto insolito rispetto alla procedura convenzionale adottata dal Vaticano per riconoscere i santi. Infatti, quella di Angelo Giuseppe Roncalli, sarà una canonizzazione “Pro gratia”, cioè Giovanni XXIII viene iscritto tra i Santi per grazia, senza un miracolo attestato. In realtà, uno per la beatificazione, proclamata proprio da Giovanni Paolo II, c’è stato e risale alla guarigione di suor Caterina Capitani, colpita nel 1966 da una perforazione dello stomaco dovuta a un'ulcera gastrica, guarita dopo aver visto accanto a sè Papa Roncalli che le annunciava di aver ascoltato le sue preghiere.



È stata la postulazione generale dell’Ordine dei Frati minori, alla quale fin dall’inizio era stata affidata la causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni XXIII, a chiedere a Papa Francesco di dispensare Giovanni XXIII dalla prassi dei miracoli e di considerare solo la vita e l’esempio di questo pontefice. Alcuni hanno malignato su questa scelta di papa Francesco, maturata in tempi brevissimi, ritenendola una scorciatoia. Altri, come la giornalista Stefania Falasca, autrice di “Giovanni XXIII, in una carezza la rivoluzione”, hanno cercato di spiegarne i motivi straordinari.



Santo “perché è Santo!” «Quando ho chiesto a Papa Francesco perché facesse santo Giovanni XXIII, mi ha risposto in maniera molto schietta: “Perché è Santo!” - dichiara la Falasca, che è anche vice-postulatrice della Causa per la beatificazione di Papa Luciani, oltre che amica di Papa Francesco (a lei la prima famosa telefonata del papa argentino dopo l’elezione al soglio di Pietro)-. Il processo per la sua causa dura da 35 anni, è stato fatto un lungo studio su tutta la sua santità, sulla sua fama. Dobbiamo chiederci perché questa canonizzazione adesso – continua la Falasca -.



Seguendo l’iter normale mancava solo il miracolo che consente di accedere alla canonizzazione. Questo anticipare i tempi voluto da Bergoglio, risponde all’urgenza di riproporre alla Chiesa di oggi la sua attualità. Un santo riconosciuto come tale deve rispondere al presente, deve attecchire alla sensibilità dei tempi. E per papa Bergoglio, che riconosce l’intuizione pastorale del Concilio, ci sono alcuni aspetti essenziali su cui ci vuole invitare tutti a riflettere con questo gesto: l’attuazione dello stesso Concilio Vaticano II e l’impegno inter religioso e per il dialogo ecumenico avviato da Roncalli, che non è solo icona della Chiesa misericordiosa, ma anche politica, in un certo senso, che ha segnato un’epoca, quella della Guerra Fredda. La canonizzazione di Giovanni XXIII, quindi rappresenta la missionarietà e il rinnovamento della chiesa cui lo stesso magistero di papa Francesco mira».



Il caso di Giovanni XXIII, santo dispensato dal miracolo, è eccezionale, perché è la prima volta che accade per un Papa, ma non è unico. Lo stesso Giovanni Paolo II, nel 2000, aveva canonizzato i Martiri cinesi (Agostino Zhao Rong e 119 compagni) dispensando ciascuno di essi dal miracolo, e riconoscendo solo l’esempio della loro vita, della loro testimonianza di fede eroica.



«Papa Roncalli ha aperto una nuova stagione per la Chiesa a tutto campo – sottolinea ancora la Falasca-. Possiamo considerarlo uno spartiacque del Novecento. Nessuno si aspettava da un pontefice così anziano quello che ha fatto. Invece, ha segnato profondamente il cammino della Chiesa del presente e del futuro. Possiamo considerarlo una figura profetica, che oggi aappare attuale più che mai. La chiesa, infatti, ha bisogno di riformarsi continuamente, e questo anche Papa Francesco lo sa bene».
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