Rivelazioni Geithner, Berlusconi: «Renzi e Napolitano tacciono?». Il Colle: «Il presidente non partecipò alle riunioni»

Rivelazioni Geithner, Berlusconi: «Renzi e Napolitano tacciono?». Il Colle: «Il presidente non partecipò alle riunioni»
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Mercoledì 14 Maggio 2014, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 11:28

Silvio Berlusconi passa all'attacco dopo le rivelazioni di Geithner su un presunto complotto ai suoi danni. «Osservo che il Capo dello Stato, Il presidente del Senato, la presidente della Camera, il presidente del Consiglio non hanno ritenuto ieri di fare alcuna dichiarazione al riguardo» in merito alla «notizia gravissima» contenuta nel libro di Timothy Geithner. Lo ha detto il presidente dei Fi, Silvio Berlusconi, a Unomattina. ​«Si è trattato di una violazione delle regole democratiche e di un attacco alla sovranità di questo Paese».

Poi Berlusconi, intervenendo a una manifestazione di Forza Italia a Roma, organizzata da Antonio Tajani, capolista alle prossime Europee nell'Italia centrale, ha continuato: «Credevo che una notizia del genere (quella di Geithner) dovesse stare in prima pagina sui nostri quotidiani, che cosa ci possiamo aspettare noi da questo paese ancora? da 20 anni siamo a combattere per la libertà sopportando 4 colpi di Sato. Sono venuto qui per farmi tirare su di morale da voi, perchè non abbiamo particolari motivi per essere sereni e tranquilli, ma abbiamo molti, molti motivi per essere delusi, disgustati, forse qualcuno rassegnato, furiosi ed esasperati, per quello che è successo in questi primi cento giorni di governo e segnatamente per quello che è successo ieri».

Il Colle: «Riunioni a cui non partecipava Napolitano». Gli episodi «rivelati» dall'ex Segretario di Stato al Tesoro e da altri sono relativi a riunioni, tenutesi nell'autunno del 2011, di consessi europei e internazionali cui il Presidente italiano - al pari degli altri Capi di Stato non dotati di poteri esecutivi - non aveva titolo a partecipare e non partecipò: e dunque nulla può dire. Così si legge in una nota del Colle.

«Sulle vicende che condussero alle dimissioni di Berlusconi nel novembre del 2011, e dunque alla crisi del governo da lui presieduto e alla nascita del governo Monti, il presidente della Repubblica - dopo averne già dato conto via via nel corso degli sviluppi della crisi - fornì un'ampia ed esaustiva ricostruzione e valutazione nel discorso tenuto il 20 dicembre 2011 in occasione della Cerimonia di scambio degli auguri con i rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche in Quirinale», continua la nota, «In quel discorso, così come nel messaggio televisivo del 31 dicembre, possono ritrovarsi tutte le motivazioni relative a fatti politici interni e a problemi di fondo del paese come quelli della crisi finanziaria ed economica che l'Italia stava attraversando nel contesto europeo.

Tuttavia, a proposito di quanto, per qualche aspetto, era trapelato pubblicamente, il presidente della Repubblica stigmatizzò, il 25 ottobre 2011, "le inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche (a margine di incontri istituzionali tra capi di governo) di scarsa fiducia negli impegni assunti dall'Italia" - spiega sempre il Quirinale -. Null'altro di pressioni e coartazioni subite dal Presidente del Consiglio nei momenti e nei luoghi di recente evocati fu mai portato a conoscenza del Capo dello Stato. Le dimissioni liberamente e responsabilmente rassegnate il 12 novembre 2011 dal Presidente Berlusconi, e già preannunciate l'8 novembre, non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani», conclude la nota del Colle.

John Kerry «Non ne so niente». Risposta laconica, a bassa voce ma pronunciata, inaspettatamente, proprio in italiano.

Così il segretario di Stato Usa John Kerry, in conferenza stampa con il ministro degli Esteri Mogherini, a chi chiedeva se avesse avuto qualcosa da aggiungere, per conto dell'Amministrazione Obama, sulle rivelazioni dell'ex ministro del Tesoro Usa Timoty Gethner, avvicinato nel 2011 da funzionari Ue per far cadere Berlusconi. «È assolutamente la prima volta che sento questo e non ne so niente», ha successivamente ribadito in inglese, suggerendo ai giornalisti di «chiedere a qualcun altro». Infine, alla domanda se avesse già letto il libro di Gethner, 'Stress Test', dove l'ex ministro racconta l'episodio, Kerry ha tagliato ancora corto: «no».

La controreplica. L'ex ministro del Tesoro Usa Timothy Geithner conferma quanto scritto nel suo ''Stress test'', riguardo alle presunte '''manovre'' di «funzionari» europei nell'autunno del 2011 nei confronti di Silvio Berlusconi. Contattato attraverso la sua portavoce, Geithner, alla richiesta di una replica alle polemiche suscitate a Roma e a Bruxelles dalle sue rivelazioni, preferisce «evitare di commentare oltre alla ricostruzione proposta in Stress test».

Alfano: «Non escludiamo inchiesta parlamentare». Il leader di Ncd, Angelino Alfano non esclude di aderire alla proposta del capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta di varare una commissione di inchiesta parlamentare sul caso Geithner. È quanto afferma Alfano intervenendo a "Porta a porta".

«Berlusconi ha sempre parlato di complotto - dice Alfano - ma le due circostante oggettive» dell'epoca «sono innegabili: il precipitare della situazione economica e quella della situazione interna», al centrodestra «a causa della sua rottura con Fini. Non abbiamo escluso la commissione di inchiesta - ribadisce Alfano - ma prima vediamo cosa viene fuori». Alfano ha anche affermato che della vicenda «non ne abbiamo parlato in Consiglio dei ministri, nè con il presidente Renzi ».

D'Alema: «Nessun complotto contro Berlusconi». Massimo D'Alema, ex presidente del Consiglio, ha detto a margine della presentazione del suo libro a Firenze che non c'è stato «Nessun complotto contro Berlusconi, è venuta meno la sua maggioranza. Che poi in Europa ci fossero capi di Stato o di governo che pensassero che fosse un danno per l'Unione Europea, è comprensibile, perchè in effetti era così, ma non c'è stato nessun colpo di stato con i carri armati».

Brunetta: «Vicenda di gravità inaudita». «Nella giornata di ieri, a seguito delle inquietanti rivelazioni dell'ex ministro del Tesoro Usa Geithner, ho presentato un'interpellanza urgente al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e ho scritto una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per esigere chiarezza e trasparenza in merito a una vicenda di una gravità inaudita che ha messo a repentaglio la nostra Costituzione e la sovranità nazionale dell'Italia». Lo dichiara Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia.

«Ho annunciato - continua Brunetta - che il gruppo da me presieduto chiederà l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta, cosa che faremo in giornata presentando alla Camera una proposta di inchiesta parlamentare, per far luce sugli eventi che tra l'estate e l'autunno del 2011 hanno visto il nostro Paese e il governo di Silvio Berlusconi vittime di un complotto internazionale».

Brunetta conclude: «Giudico grave il silenzio, protrattosi anche in questa mattinata, del presidente del Consiglio, del presidente della Repubblica, e dei presidenti delle Camere, Grasso e Boldrini. Se un analogo episodio si fosse verificato contro un governo di centrosinistra, Forza Italia avrebbe reagito con la stessa determinazione e con lo stessa forza dimostrata in queste drammatiche ore. Ribadiamo la nostra richiesta affinchè il presidente del Consiglio venga venerdì in Parlamento per rispondere alla mia interpellanza, per rendere noti i fatti a conoscenza del governo, e per esprimere, finalmente, la posizione dell'esecutivo. Meglio tardi che mai».

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