Fondi pensione contro la crisi Covid. Il caso Laborfonds

Fondi pensione contro la crisi Covid. Il caso Laborfonds
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Lunedì 14 Dicembre 2020, 15:00 - Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 11:00

Verso il 2021. Dopo l’assemblea di Assofondipensione torniamo a parlare di previdenza complementare e strategie future con Ivonne Forno presidente di Laborfonds

La “pensione di scorta” subirà effetti negativi dalla crisi sanitaria in corso? La previdenza complementare riuscirà a offrire un sostegno alla pensione di primo pilastro? I Fondi pensione negoziali hanno appena celebrato la loro assemblea annuale (Assofondipensione). E si sono augurati una crescita delle adesioni.

Tra i Fondi chiusi Laborfonds è il fondo pensione negoziale territoriale ed intercategoriale per i lavoratori dipendenti di aziende ed enti (del settore privato e pubblico) operanti nella regione Trentino Alto Adige e per i soggetti fiscalmente a carico degli stessi lavoratori. A 20 anni dalla sua costituzione Laborfonds vanta, alla data del 31 ottobre, 126.762 associati (Grafico 1), di cui 2.246 che hanno aderito nel corso del 2020. L’aumento di oltre 2.200 unità (che sono da considerare già al netto di coloro che sono usciti dal Fondo nel corso dell’anno) è veramente importante, soprattutto considerando il fatto che il 2020 è stato un anno difficilissimo, con un lockdown che ha ingessato qualsiasi iniziativa di assunzione o di formazione mirata; un anno in cui le priorità per tante famiglie sono state e sono, anche nella nostra regione, altre, tutte connesse purtroppo all’emergenza epidemiologica Covid-19 che nelle ultime settimane si è pesantemente riacutizzata.

“Laborfonds, però, non è solo il fondo pensione dei lavoratori, ma anche delle loro aziende/enti datori di lavoro. Trae la propria “salute” da quella del contesto economico nel quale ha le proprie radici. Il rapporto con il territorio – spiega Ivonne Forno, presidente di Laborfonds – è nel Dna del Fondo e anche per questo motivo dal 2015 parte delle risorse finanziarie a disposizione sono state investite nell’ambito di due progetti territoriali (si tratta del Fondo Strategico Trentino Alto Adige e del Fondo Housing Sociale Trentino) per circa 60 milioni di euro. Gli stessi permettono infatti di perseguire i rendimenti auspicati, ma anche di ottenere ricadute ed effetti positivi ulteriori a favore del contesto economico locale. Un effetto volano e moltiplicatore, quindi, reso possibile anche dalle sinergie con altri attori. Questa è anche la ragione per la quale stiamo lavorando convintamente a un altro progetto a valenza territoriale e nel contempo guardiamo con attenzione al progetto di sistema Economia Reale di CDP/Assofondipensione”.

Visto il vostro rapporto con le aziende che operano sul territorio, siete una sorta di “osservatorio” circa l’andamento delle stesse e gli impatti dell’emergenza epidemiologica. Avete riscontrato fino ad ora particolari difficoltà nell’adempiere agli obblighi di contribuzione al Fondo?

Ad aprile (mese in cui le aziende versano la contribuzione del primo trimestre dell’anno) eravamo preoccupati. Visti i dati a maggio, però, abbiamo riscontrato che il delta negativo delle contribuzioni di aprile rispetto al trimestre precedente era già stato completamente riassorbito; è più corretto parlare quindi di ritardo – peraltro minimo – nei versamenti e non di omissioni contributive. Analogo monitoraggio è stato effettuato riguardo al trimestre successivo (Grafico 2). Anche in questo caso – fortunatamente – non abbiamo riscontrato particolari criticità (cfr. grafico sotto). Siamo però consapevoli che ad oggi talune situazioni di difficoltà sono “congelate” (si veda per tutti il blocco dei licenziamenti), vedremo nel 2021, auspicando che le nostre aziende possano superare questo difficile momento, nell’interesse di tutti.

Torniamo al risparmio, come avete protetto i portafogli dall’impatto che l’emergenza Covid-19 ha avuto sui mercati a marzo e come avete intenzione di procedere anche in futuro, vista la situazione? Come hanno reagito gli aderenti?

Con l’obiettivo di proteggere al meglio i portafogli di investimento dall’improvvisa ed elevatissima volatilità dei mercati finanziari innescata dai timori per gli impatti del virus Covid-19, il Consiglio di Amministrazione, nella seduta convocata in via straordinaria ad inizio marzo u.s., ha concesso ai gestori di derogare ai limiti agli investimenti, ove necessario per proteggere il valore del patrimonio affidato in gestione. Tale facoltà è stata recentemente rinnovata da parte del Consiglio, stante il riacutizzarsi dell’emergenza epidemiologica, seppur ancora non utilizzata dai gestori attivi. I gestori hanno svolto un’attività veramente meritevole in quanto sono riusciti a contenere le perdite rispetto al mercato nei momenti difficili e – nel contempo – a partecipare altrettanto bene alla ripresa già da aprile in poi. La Linea Bilanciata e La Linea Dinamica sono, sempre al 31 ottobre scorso, fra le migliori per le performance a livello nazionale (il dato è ancora più significativo se guardato in termini relativi rispetto al benchmark – i portafogli hanno performato 3 volte rispetto al “mercato” – con livelli di rischio in linea). Ora “la storia sembra ripetersi”, in ottobre la situazione si è nuovamente deteriorata… stiamo monitorando attentamente, in stretta connessione con i gestori. Grande conferma e soddisfazione invece dagli investimenti illiquidi (il commitment del Fondo è ad oggi di poco superiore ai 170 milioni, di cui richiamati oltre 130). La grande diversificazione e la forte decorrelazione con i mercati hanno dimostrato la resilienza degli investimenti sia in termini di performance ma anche di rischio. Verso gli aderenti abbiamo attivato una campagna informativa ad hoc per spiegare che le perdite sono “meramente potenziali” se l’aderente non cambia comparto o richiede prestazioni. Da rilevare, invece, il grande successo della campagna informativa di passaggio alle comunicazioni on-line: il lockdown ha permesso che gli aderenti dedicassero maggiore tempo alla lettura delle comunicazioni trasmesse da parte del Fondo, con conseguente attivazione delle richieste in argomento. E gli aderenti hanno reagito “bene”, non abbiamo assistito a particolari reazioni emozionali che sono da scongiurare soprattutto nei casi di risparmio di medio-lungo periodo come quello previdenziale. Un altro segnale circa il fatto che la comunicazione e l’informazione sono fondamentali per scelte corrette e consapevoli”.

Mario Baroni

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