Exit poll, nel resto dell'Europa gli euroscettici si attestano intorno al 20%

Exit poll, nel resto dell'Europa gli euroscettici si attestano intorno al 20%
di Costanza Ignazzi e Camilla MOzzetti
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Lunedì 26 Maggio 2014, 00:27 - Ultimo aggiornamento: 03:02
L'area dell'euroscetticismo e dell'estrema destra sarebbe sotto il 20% nel voto europeo, secondo le prime proiezioni del Parlamento europeo basate sugli exit poll disponibili. Il Ppe avrebbe complessivamente il 28,1%, lo S&D il 25,7%, i lib-dem dell'Alde il 9,9%, i Verdi il 7,7%, la Sinistra Unitaria del Gue il 6,3%. I 'non iscrittì (tra i quali viene conteggiato il Front National) sono dati al 5,3%, i conservatori dell'Ecr al 5,2%. Il gruppo euroscettico Efd (con Ukip e Lega) al 4,4%. Gli 'altrì nuovi partiti al 7,5%.



ROMANIA

Un'affluenza alle urne decisamente bassa, quella degli elettori romeni, appena il 26,52% degli aventi diritto si è recato alle urne in uno dei paesi europei in cui il sentimento anti-europeista è più debole che in altri. tuttavia, stando ai dati sull'affluenza quello che emergenze dalle elezioni in Romania è un comune disinteresse verso l'Unione. Stando agli exit poll la coalizione di centrosinistra, attualmente all aguida dle governo e formata da Socialdemocratici, Unione nazionale per la Romania e partito conservatore, è al 42% delle preferenze. Al secondo posto il partito liberale, è distaccato di quasi 30 punti percentuali avendo raccolto tra il 13% ed il 15%. Seguono i democratici-liberali tra il 10% ed il 12%. Il partito movimento popolare, sempre di centrodestra, si attesta attorno al 6%.



FINLANDIA

Stando ai primi exit-poll in testa ci sono i popolari del KK con il 22,7%, seguiti dai liberali di SK con il 21%. Al terzo posto si piazzano i socialisti di SSP con il 13,6% e solo in quarta posizione i nazionalisti "Veri finlandesi", che pur essendo stati dati in testa nei sondaggi, si fermerebbero al 13,2%. un risultato, comunque, indicativo del sentimento elettorale quello del partito Perussuomalaiset, in aumento del 3,4% rispetto al 2009. Testa a testa fra il partito di centro all'opposizione e i conservatori del primo ministro Jyrki Katainen, entrambi al 21%. I socialdemocratici, parte della coalizione di governo, scendono al 12,6%.



DANIMARCA

Scenario totalmente inverso in Danimarca dove, invece, gli euroscettici e il partito anti-immigrati dell'estrema destra del Danish People Party sarebbe il primo partito con una percentuale che oscilla tra il 23,1% e il 24,9%, il +7,9% rispetto alle edizioni del 2009. seguono i socialisti con il 20,5% mentre al terzo posto i liberali raggiungono il 17,2%.



SVEZIA

La Svezia fa i conti con il crollo dei popolari del Partito dei moderati del premier Reinfeldt che scende al 13% - dal 18,3% del 2009 - a vantaggio dei Socialdemocratici, primo partito con il 23,7%. risultato deludente anche per il liberali di Fp che rispetto alle elezioni di cinque anni fa perdono il 4% e si fermano al 9,5%. Gli ambientalisti dello Mp sale al secondo posto con il 17,1%. Le femministe Iniziativa femminista raccolgono il 7%, il liberali del Partito di Centro il 6,2%, i cristiano-democratici del Kd raccolgono il 5%, mentre il Partito ambientalista dei Pirati non va oltre il 2,2%, meno di un terzo del risultato raggiunto nel 2009 (7,1%).



SPAGNA

Cinque anni di crisi e politiche di austerità in Spagna hanno portato a un dura sconfitta per il Partido Popular (PP) al governo e per il principale partito dell'opposizione, il Psoe, e l'exploit del nuovo partito Podemos, che coagula il voto di protesta degli indignados. In Catalogna, il partito indipendentista repubblicano Erc per la prima volta dal ritorna della democrazia è il partito più votato nella regione. I dati definitivi ratificano il PP come il partito più votato, con il 26% dei voti e 16 seggi, tre punti avanti al Psoe, col 23% e 14 seggi, rispettivamente con 8 e 9 seggi meno che nel 2009. Ma segnano una sostanziale fine del bipartitismo, dal momento che i due principali partiti, che assieme nel 2009 catalizzarono l'80,9% voti, non arrivano al 50% dei suffragi. I grandi beneficiari della debacle delle due principali forze politiche sono Izquierda Unida, la Sinistra Unita, che si converte nella terza forza politica, triplicando da 2 a 6 il numero di eurodeputati con il 9,9% dei voti. Ma, soprattutto, Podemos, la nuova formazione guidata da Pablo Iglesias, 35enne professore di Scienze Politiche, che irrompe nel Parlamento Europeo con 5 seggi e il 6,46% dei voti. Il centrista Union Progreso y Democracia (UPyD), di Rosa Diez, conquista parte del voto di protesta dei Popolari e dei socialisti e passa da 1 a 4 seggi, con il 6,47% dei voti, a fronte del 2,8% del 2009. Ciudadans, il suo omologo in Catalogna, conquista 2 seggi con il 3,16% dei voti.



POLONIA

In Polonia il partito centrista del premier Donald Tusk, Piattaforma civica raccoglie il 32,8%. mentre l'opposizione, guidata da Jaroslaw Kaczynski e il partito di destra Diritto e giustizia ha ottenuto il 31,8%. Il terzo posto è occupato da Alleanza di sinistra democratica Sld-Up con 9,6% di voti. Buona affermazione per gli euroscettici di Nuova Destra di Janusz Korwin Mikke che con il 7,2% potrebbe entrare per la prima volta nell'europarlamento con 4 seggi. Il Partito dei contadini è al 7%.



AUSTRIA

Prime proiezioni del voto per le europee in Austria: i popolari dell'Oevp restano al primo posto con il 27,8%, in calo di due punti rispetto a cinque anni fa, i socialdemocratici Spoe stabili al 23,7%, mentre il grande vincitore sarebbe il partito di destra euroscettico Fpoe, terzo intorno al 20% (circa 7 punti in più delle precedenti elezioni europee). I Verdi sono al 14,9%, mentre i liberali di Neos hanno raggiunto il 7,8%. Gli euroscettici del Fpoe raddoppierebbero i loro seggi passando da due a quattro. Deludente il risultato del partito fondato da Joerg Haider (il leader populista morto nel 2008): Bzoe ha ottenuto, al momento, solo lo 0,5% dei consensi.



PORTOGALLO

In Portogallo ad aprire il podio ci sono i socialisti del Ps con il 30-34%, secondi i popolari della coalizione AP tra 25-29%, terza la sinistra radicale di CDU tra 12-15%, e sorpresa per la formazione ecologista ma fuori dai Verdi del Partito della Terra che avrebbe preso tra 7-8%. Risultati ribaltati rispetto alle europee del 2009 dove i popolari erano primo partito con il 31,7% e i socialisti secondo con il 26%.



SLOVENIA

In Slovenia i dati ufficiali, dopo lo scrutinio di tutti i seggi elettorali, confermano le proiezioni degli exit poll. A trionfare il centrodesta con il Partito democratico sloveno che raggiunge il 24,86% e elegge tre degli otto eurodeputati spettanti al Paese. Al secondo posto segue Lista nova Slovenija e Sls (centrodestra) al 16,46% e due seggi. Al terzo posto si piazza la lista Verjamem (centrosinistra) con il 10,50% e un deputato, al quarto Desus (centrosinistra) all' 8,16% e un seggio, seguito dal partito socialdemocratico (centrosinistra) con il 8,05% e un seggio. Molto bassa l'affluenza alle urne, con solo il 24% degli aventi diritto che ha votato in questa tornata elettorale (ritoccato al rialzo il dato fornito alle 19.00 e che parlava di un affluenza del 17%).



BULGARIA

Gli exit poll in Bulgaria vedono in testa il partito popolare Gerb con il 28,6% dei voti e 6 europarlamentari. Segue il socialista Bsp con il 19,8% mentre i liberali del Dps si fermano al 14,9%. Le due formazioni Bulgaria senza censura e blocco Riformista si attestano rispettivamente all 11,1% e al 6,4%.



MALTA

Nell'isola prevalgono i laburisti con il 53%, seguiti dai popolari del partito nazionalista governativo al 40%. I Verdi non superano il 2,7% e altre piccole formazioni totalizzano il 4%.



IRLANDA

Testa a testa trai popolari del Fine Gael e i liberali del Fianna Fail, entrambi con il 22% delle preferenze. Terzi gli indipendentisti del Sinn Fein è terzo al 17%, seguiti da Verdi e laburisti al 6%. Sempre secondo gli exit poll, vari partiti e movimenti inclusi fra gli indipendenti e gli altri sono complessivamente al 27%.



CIPRO

Al primo posto secondo gli exit poll il partito del centrodestra Disy, il cui risultato si attesterebbe tra il 36.5% e il 39.5% delle preferenze. Al secondo posto i comunisti dell'Akel, con il 25.5-28.5%, seguiti dal Diko con il 10-11.5%. I socialdemocratici dell'Edek e i Verdi ecologisti dal 7.5 al 9.5%



OLANDA

Parità tra cristiano democratici della CDA, che si aggiudicano 4 seggi perdendone uno rispetto al 2009, e i liberali progressisti del D66, che ne guadagnano uno. Tre seggi ai liberali del VVD, partito del premier, così come i laburisti del PVDA. Calo del partito anti europeista di Wilders: al PVV anderbbero solo 3 seggi.



REPUBBLICA CECA

Vincerebbero i partiti europeisti secondo gli exit poll in Repubblica Ceca. In testa il partito d'opposizione conservatore Top 09 con il 18%, incalzato dal partito socialdemocratico del primo ministro Bohuslav Sobotka al 17%. Solo il 2% per il partito anti-europeista Usvit.