Gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana, ha spiegato Santamaria, che al processo di appello è la pubblica accusa, "non sono evasori fiscali". Di più. "Hanno pagato le tasse". Anzi, "l'invasione della Gdf è stata un colpo alla credibilità del marchio". E poi, "la società Lussemburghese era lecita". Ed ancora, in Italia c'è "libertà di impresa".
Dolce e Gabbana, dice la pubblica accusa, che poi sarebbe lo Stato, vanno "assolti". Quello che va condannato allora è quello spirito "anti-impresa" di cui hanno parlato persone come Sergio Marchionne e Giorgio Squinzi e del quale, va detto con onestà, a volte sembra essere impregnata la macchina burocratica, anche quella fiscale, che Renzi vuol rivoltare come un calzino.