Da Craxi a Berlusconi, l'eterna sfida politica-giudici

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Mercoledì 11 Giugno 2014, 20:05
La Lega potrebbe portare a casa uno degli storici cavalli di battaglia di Forza Italia e di Silvio Berlusconi in particolare: la responsabilit civile dei magistrati. L'inatteso ok sull'emendamento Pini alla Legge Comunitaria a Montecitorio è un primo passo verso la possibilità che i giudici possano essere chiamati a metter mano al portafoglio per pagare i danni arrecati da errori commessi ai danni dei cittadini. Un obiettivo al quale puntava Bettino Craxi, che non dispiace all'ala garantista del Pd e a cui mirava il referendum del 1987: che però venne disatteso, come non si stancano mai di denunciare i radicali che lo promossero insieme con il Psi e il Pli, malgrado fosse passato con l'80% dei consensi.



Ma l'ultima parola non è ancora detta: la legge comunitaria, che contiene questa norma, deve essere ora esaminata dal Senato dove la maggioranza annuncia che farà di tutto per far saltare la norma approvata a Montecitorio creando un vero e proprio caos politico. Determinante è stata la votazione a scrutinio segreto, che la Lega ha chiesto ed ottenuto sull'emendamento: che è passato per soli sette voti di scarto (187 sì, 108 no e 65 astenuti), suscitando gli applausi del Carroccio e di Forza Italia ed il disappunto dei vertici del gruppo del Pd. Non è possibile dirlo con sicurezza, ma nella maggioranza non sono mancati i franchi tiratori. Prova a fare i conti Simone Baldelli: «187 si, 180 no. M5S astenuti. Deputati centrodestra in Aula (Fi+LNA+FDI-AN) 60. Voto trasversale», rimarca il forzista su Twitter ricordando che il tema della responsabilità civile dei magistrati «non può essere un tabù». Ma sul risultato pesa anche l'astensione dei Cinque Stelle, con Andrea Colletti che rivendica: «la nostra astensione ha dimostrato palesemente l'ipocrisia del PD».



In base al testo approvato a Montecitorio, «chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell'esercizio delle sue finzioni ovvero per diniego di giustizia, può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale».