Il colore dei parcheggi e l'umore dei romani

di Paolo Graldi
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Mercoledì 2 Aprile 2014, 08:56
Con viva e vibbrante soddisvazione, direbbe Maurizio Crozza in una delle sue celebri imitazioni, i romani hanno accolto la notizia dell’imminente estensione a tutto il centro storico delle strisce blu e della conseguente eliminazione totale di quelle bianche, a sosta gratuita. Un provvedimento atteso, anzi invocato, che incontra il pieno favore dell’utenza automobilistica. Della città tutta. Il costo orario della sosta blu, che sarà opportunamente aumentato fino a tre euro ogni sessanta minuti per rientrare delle regalie del passato, non “servirà a far cassa” (precisa l’assessore alla Mobilità, Improta), come se qualcuno l’avesse sospettato.



La decisione è di segno artistico, cromatico: il blu sui sampietrini sta meglio del bianco, che spara sul grigio-nero delle storiche mattonelle.

Immaginare di portare l’auto in centro, anche soltanto per un rapido passaggio e una breve sosta, d’ora in poi sarà un incubo da riporre nel cassetto. Evviva la libertà di camminare per chilometri senza quella costosa ferraglia addosso.



La contentezza è generale: dopo aver pagato l’assicurazione, il bollo, i tagliandi chilometrici, le riparazioni, la rata della vettura e il pieno-benzina che è quasi regalato, la contentezza sarà completata dalla constatazione di aver commesso un meraviglioso gesto di auto-stima nell’appropriarsi di un oggetto quasi totalmente inutilizzabile. Basta code, tutti a piedi. Domanda: la Capitale è salva, Roma di nuovo città aperta?