Ciro Esposito, il racconto prima di morire: «De Santis era in piedi e mi ha sparato»

Ciro Esposito, il racconto prima di morire: «De Santis era in piedi e mi ha sparato»
di Sara Menafra
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Venerdì 27 Giugno 2014, 01:24 - Ultimo aggiornamento: 11:33

A stento, prendendo fiato pi volte. Ciro Esposito ha raccontato la sua verit in un nastro di quattro minuti circa registrato dalla criminologa Angela Tibullo, assunta dal collegio difensivo in attesa che le sue condizioni di salute migliorassero. E ha spiegato un particolare decisivo: «Sono stato io ad ”acchiappare” De Santis mentre scappava. Lui si è girato e mi ha sparato».

Negli ultimi giorni, gli uomini della Digos di Roma su indicazione dei pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, hanno ascoltato tutte le persone che erano presenti al momento della registrazione e con cui il ragazzo napoletano ha ricostruito quel pomeriggio del 3 maggio, mentre la tifoseria si avvicinava all’Olimpico per assistere alla partita Fiorentina-Napoli: la madre, il padre, lo zio, il fratello e la criminologa. Visto che la registrazione non ha un valore probatorio aggiuntivo, a tutti è stato chiesto di raccontare qualunque cosa avesse detto Ciro che possa risultare significativa.

La dinamica Con sfumature diverse, a tutti, il giovane ha spiegato la stessa cosa. Stava procedendo a piedi quando si è accorto che il pullman che aveva a bordo i tifosi del Napoli, comprese famiglie con bambini, veniva aggredito da un gruppo di persone, alcune delle quali indossavano caschi. Ha fatto il giro del pullman per vedere meglio, poi, preoccupato per le famiglie spaventate sul pullman, ha preso a correre per raggiungere De Santis, «chill’ chiattone»: «Sono stato io a prenderlo e fermarlo, lui si è girato e mi ha sparato». A quel punto, la criminologa gli mostra le foto del custode della discoteca di Tor di Quinto pubblicate dai giornali e lui avrebbe confermato: «Sono sicuro che è lui».

Tra un intervento e l’altro, in uno dei tanti momenti di disperazione di un ricovero difficile e lunghissimo, Ciro si è anche sfogato col padre: «Stacca tutt’e cose, famme murì», gli avrebbe confidato. Ma, al contrario, i medici del Gemelli hanno continuato a sperare che il giovane si riprendesse anche quando i segnali di vita erano molto flebili.

L'autopsia L’autopsia eseguita ieri mattina dal professor Costantino Cialella, con la presenza dei periti indicati dagli avvocati Sergio e Angelo Pisani e Damiano De Rosa, ha confermato questa ricostruzione. Il colpo sarebbe stato esploso in modo frontale e diretto, perforando un polmone. I primi accertamenti confermano un particolare importante: De Santis non era a terra quando ha estratto la pistola, dunque avrebbe sparato al momento della prima aggressione, prima di essere picchiato. Elementi che potrebbero confermare l’ipotesi dell’omicidio volontario, senza l’attenuante della legittima difesa.

I complici E’ ancora presto per fare tutte le valutazioni. Al momento gli investigatori romani stanno cercando di lavorare su un altro elemento importante che Ciro ha raccontato ai suoi e, in particolare, allo zio: la presenza di altre persone travisate, al momento della prima aggressione. Le ricerche della Digos stanno scandagliando le telefonate fatte dal numero di ”Danielino” al momento dell’aggressione, anche se il suo cellulare non è stato ancora rintracciato.

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