Ha ricostruito una Nazionale allo sbando
Deschamps, ecco il nuovo Re di Francia

Ha ricostruito una Nazionale allo sbando Deschamps, ecco il nuovo Re di Francia
di Gianfranco Teotino
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Giugno 2014, 13:56 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 00:43
RIO DE JANEIRO Dove eravamo rimasti? Al Sudafrica.





Ai titoloni dei quotidiani che senza censura riportano i volgarissimi insulti rivolti da Anelka, quello della quenelle, il saluto anti-semita, al ct Domenech che gli rimprovera scarso impegno. All’espulsione di Anelka dal ritiro. All’ammutinamento solidale dei compagni che risalgono sul pullman rifiutandosi di partecipare all’allenamento. Alle scortesie di Domenech, incapace di controllare le sue reazioni istintive, sprezzanti e altezzose. Alle accuse a Evra di essere la gola profonda dello spogliatoio. Al pareggio con l’Uruguay, alle sconfitte con Messico e Sudafrica. All’inchiesta ordinata dal presidente Sarkozy, furibondo. Al tentativo di ricostruire la Francia affidandola alle cure del pallido Laurent Blanc.

Poi è arrivata la scossa. E’ stato chiamato Didier Deschamps. Un rischio, ma calcolato. La sua carriera di allenatore era ancora in boccio. Anche se, incompreso alla Juventus, era riuscito a riportare uno scudetto a Marsiglia dopo 18 anni. Inizio difficile. Qualificazione Mondiale riacciuffata per i capelli nello spareggio con l’Ucraina, dopo avere perduto 2-0 all’andata. Un’eternità fa. Oggi la Francia deve solo timbrare il visto sul passaporto per gli ottavi. Due partite, due vittorie, addirittura 8 reti segnate e Benzema vicecapocannoniere. Con la differenza reti che ha, potrebbe anche perdere con l’Ecuador.



TUTTI UGUALI

Per arrivare dove è arrivato, Deschamps non ha guardato in faccia nessuno. Non si è fatto condizionare neppure dalla riconoscenza: a casa Abidal, guarito dal cancro, ma non più all’altezza dei tempi belli. A casa il viziato e arrogante Nasri, quello che fa cinguettare i suoi pensieri dalla fidanzata, la solita parola in quattro lettere indirizzata al ct, in inglese perché la capissero tutti. A casa Ribery, se proprio non vuole fare le infiltrazioni. Il motore di questa Francia è Blaise Matuidi, 27 anni, colonna del Paris St. Germain. Dicono di lui: non ha il talento di un Vieira, non ha la forza di un Essien vecchi tempi, non ha il lancio di un Gerrard e non ha la capacità di interdizione di un Verratti (ormai nel cuore dei francesi), ma ha un po’ di tutte queste cose ed è perciò un centrocampista ineguagliabile. Squadra molta ringiovanita, i bleus hanno poi un trio d’attacco difficile da contenere. Punti fermi il formidabile Benzema e il piccolo Valbuena. Alternati Giroud, centravanti dell’Arsenal, e la giovane promessa Griezmann. In un continuo scambio di posizioni che ha fatto girare la testa a svizzeri e honduregni. Maniaco dei particolari, Deschamps ha fatto svuotare i frigobar delle stanze dei giocatori, dopo essersi accorto che erano pieni di Coca-Cola, noccioline, cioccolata e birra. Consentite soltanto due bottigliette d’acqua minerale. A brindare si penserà semmai poi. A champagne. Se ci sarà da festeggiare il ritorno del calcio champagne.



ALLE 22 SFIDA CON L'ECUADOR: LE FORMAZIONI

ECUADOR (4-4-2): 22 Dominguez, 4 Paredes, 3 Erazo, 2 Guagua, 10 Ayovi, 16 A.Valencia, 14 Minda, 6 Noboa, 7 Montero, 11 Caicedo, 13 E.Valencia. Ct Rueda.

FRANCIA (4-3-3): 1 Lloris, 2 Debuchy, 13 Mangala, 21 Koscielny, 15 Sagna, 12 Mavuba, 18 Sissoko, 14 Matuidi, 8 Valbuena, 10 Benzema, 11 Griezmann. Ct Deschamps.

Arbitro: Doue (Costa d'Avorio)
© RIPRODUZIONE RISERVATA