Assofondipensione: una tassazione più europea per più adesioni

Assofondipensione: una tassazione più europea per più adesioni
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Lunedì 22 Marzo 2021, 18:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 12:00

Gli interventi del Presidente e del Vice Presidente di Assofondipensione davanti alle Commissioni Finanze di Camera e Senato propongono di utilizzare la leva fiscale per stimolare le adesioni, modificare il sistema di imposte su versamenti, contributi e prestazioni, detassare gli investimenti dei fondi pensione nell’economia reale del Paese

Un rilancio della previdenza complementare con l’utilizzo della leva fiscale per incentivare le adesioni e in generale una modifica dell’attuale tassazione dei fondi pensione. Davanti alle Commissioni Finanze di Camera e Senato, impegnate nell’indagine conoscitiva sulla Riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e altri aspetti del sistema tributario, il Presidente di Assofondipensione Giovanni Maggi e il Vice Presidente Domenico Proietti hanno portato oggi esigenze e istanze dei fondi negoziali, 3,3 milioni di lavoratori dipendenti iscritti per un risparmio accumulato dai 31 fondi associati e destinato alle future prestazioni di quasi 60 miliardi di euro.

“Le parti sociali, con lungimiranza – hanno affermato Maggi e Proietti – stanno sperimentando nuove forme contrattuali che incentivino e sostengano le adesioni ai fondi negoziali.  Ma il sistema ha bisogno di stabilità, i continui tentativi di modifica, gli annunci e gli interventi come quello del 2014 che ha innalzato la tassazione sui rendimenti hanno il solo effetto di destabilizzare i lavoratori”.  I vertici di Assofondipensione hanno sostenuto la necessità dell’evoluzione del sistema di tassazione attuale, basato sul modello ETT (Esenzione in fase di versamento, Tassazione in fase di accumulo, Tassazione sulle prestazioni) verso un modello più europeo fondato sullo schema EET (Esenzione in fase di versamento, Esenzione in fase di accumulo, Tassazione sulle prestazioni) “favorendo e rafforzando, in questo modo, la crescita del montante previdenziale dei lavoratori”. Allo stesso modo hanno chiesto che venga superato il meccanismo della tassazione “pro-rata” sulle prestazioni, che hanno definito “un meccanismo complesso, penalizzante per i lavoratori che aderiscono da più tempo ai fondi”.

Per la diffusione della previdenza complementare Maggi e Proietti hanno invocato “un’azione coordinata di tutte le parti che coniughi il meccanismo del silenzio-assenso con una comunicazione istituzionale forte e diffusa sull’opportunità/necessità per i lavoratori di aderire ai fondi pensione”. “Parallelamente – hanno affermato i vertici di Assofondipensione – crediamo sia necessario utilizzare la leva fiscale per sostenere il più possibile le nuove adesioni”.  Maggi e Proietti hanno portato all’attenzione dei parlamentari delle Commissioni Finanze anche l’opportunità di una revisione delle agevolazioni per i fiscalmente a carico, “agendo per semplificare ed incentivare la possibilità data ai lavoratori di iscrivere i propri figli e familiari, anche se non lavoratori, ai fondi; creando per loro, con lungimiranza, una posizione di previdenza complementare”. Assofondipensione chiede anche l’istituzione di un plafond di deducibilità dedicato per i soggetti fiscalmente a carico e per le persone con disabilità grave, per i quali è il congiunto a versare la contribuzione. “Inoltre – hanno aggiunto Maggi e Proietti – crediamo sia necessario prevedere la facoltà per l’aderente a forme di previdenza complementare, in alternativa alla riscossione della prestazione o al aggiunto trasferimento ad altra forma pensionistica, di trasferire la propria posizione individuale maturata al soggetto fiscalmente a carico”. Assofondipensione ha sostenuto anche la necessità di un intervento per sanare tutte le disparità normative che ancora discriminano i lavoratori delle pubbliche amministrazioni, per i quali è preclusa l’applicazione di alcune norme in vigore per i lavoratori del settore privato.

Al fine di sostenere le imprese italiane Assofondipensione è impegnata con Cassa Depositi e Prestiti nel “Progetto economia reale”, che prevede l’investimento in fondi di debito e di equity selezionati dal Fondo Italiano di Investimento per il finanziamento e/o l’investimento in aziende italiane non quotate con fatturato non superiore ai 500 milioni di euro, coerenti con i principi di sostenibilità e rispettose delle norme in materia di contratti di lavoro, salute e sicurezza. “Questo progetto, che prevede l’investimento di ingenti risorse a sostegno del tessuto industriale italiano – hanno affermato Giovanni Maggi e Domenico Proietti – deve essere fiscalmente tutelato, al pari di altre tipologie di investimento, con la detassazione dei rendimenti e prevedendo un meccanismo di detrazione per le eventuali minusvalenze”.

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