Asiago, mucche sbranate sull'Altopiano: ecco il video dell'orso

Asiago, mucche sbranate sull'Altopiano: ecco il video dell'orso
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Martedì 24 Giugno 2014, 02:01 - Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 19:03
ASIAGO - Cinque mucche sbranate nel giro di due settimane e mandrie disperse con capi feriti. E il rischio che la presenza dell'orso in Altopiano possa diventare un deterrente al turismo.







È la fotografia della situazione di difficoltà in cui si trovano agricoltori, allevatori e operatori turistici dell'Altopiano di Asiago che descrive Costantino Toniolo (Ncd), presidente della commissione bilancio del Consiglio regionale nella sua interrogazione a risposta immediata presentata alla Giunta regionale. «In queste ore le categorie degli allevatori si sono fatte sentire per via dei danni diretti arrecati dai plantigradi alle mandrie presenti a Malcesina e in val Galmarara per l'alpeggio - spiega Toniolo - Agli allevatori la Regione deve garantire modalità e tempi certi di ristoro dei danni causati dalla fauna selvatica ai capi di allevamento e andare loro incontro per mettere in opera difese specifiche per i capi di bestiame».



L'orso è stato ripreso da una webcam ieri notte: dopo aver sbranato una mucca a Galmarara, la Forestale ha posizionato la telecamera vicino alla carcassa e l'ha lasciata lì in attesa che tornasse. Epuntualmente è arrivato nella notte a finire il pasto. E' un maschio di circa 3 anni, peso attorno a 1 quintale e mezzo.



Toniolo, intanto, ricorda nell'interrogazione che durante l'estate sul territorio altopianese i bovini in alpeggio sono molto numerosi e si contano oltre 100 malghe in cui si pratica l'allevamento. Un comparto quello dei Sette comuni che costituisce per estensione dei pascoli e per numeri, il più importante sistema di alpeggio dell'intero arco alpino. «L'altra preoccupazione riguarda il turismo», continua Toniolo: «alcuni operatori mi hanno contattato dicendomi che sono preoccupati per l'immagine dell'Altopiano con la presenza di orsi così aggressivi verso le attività di allevamento».



L'assessore regionale alla Caccia, Daniele Stival, replica: «Il problema dell'orso, lo sappiamo tutti, non nasce oggi. Coscienti di questo, abbiamo già da anni stretto rapporti di collaborazione con il Ministero dell'Ambiente, il Corpo Forestale dello Stato e il Corpo di Polizia Provinciale. Abbiamo già formato squadre di emergenza e stiamo collaudando sul territorio un sistema efficace di segnalazione. Non siamo quindi impreparati per gestire la situazione. La scorsa notte abbiamo consegnato la recinzione elettrificata e assicurato il presidio della zona proprio grazie al Corpo Forestale dello Stato e alla Polizia provinciale. Ci stiamo inoltre attrezzando per poter fare dissuasione secondo i criteri di intervento autorizzati dal Ministero, che, lo ricordo, è competente in materia».



«Per l'orso, e lo abbiamo fatto recentemente anche per il lupo - prosegue Stival - dobbiamo chiarire con forza che la Regione del Veneto non finanzia nessun intervento di ripopolamento, ci mancherebbe altro.» «Gli allevatori sono comprensibilmente preoccupati - aggiunge Stival- ma devono sapere che l'intenzione della Giunta regionale non è certo quella di favorire l'orso e le sue scorribande. L'obiettivo è invece quello di rendergli la vita più difficile, proteggendo le prede e dissuadendolo dall'assumere atteggiamenti via via più impattanti». «Anche l'orso - fa notare l'assessore - sta ricomparendo in tutto l'arco alpino, negli spazi che un tempo gli erano abituali. Giunge dalla Slovenia e dal vicino Trentino, spostandosi con grande facilità». «Non possiamo abbatterlo - prosegue Stival - perché è specie altamente protetta dall'Unione Europea. Sarebbe reato perseguito penalmente e automaticamente si aprirebbe una procedura di infrazione a livello comunitario. La sfida non può che essere quella di imparare a gestirlo. Limitando i danni, apprestando difese efficaci e, in caso di danno, risarcire gli allevatori che si ritrovano con capi di bestiame predati e mandrie spaventate».
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