Andrea Enria (Eba) e il rischio dei titoli pubblici

di Andrea Bassi
2 Minuti di Lettura
Martedì 19 Novembre 2013, 13:30 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 10:14
Meno male che i mercati non lo hanno preso troppo sul serio. O magari non si sono accorti delle sue parole. Andrea Enria, l'italiano che siede sulla poltrona pi alta dell'Eba, la European banking authority, l'organismo che detta le regole per gli istituti di tutta Europa, si dimostrato ancora una volta un falco. Parlando ad un giornale tedesco, il Frankfurter Allegmeine Zeitung, ha abbracciato mani e piedi le posizioni di Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, la banca centrale tedesca, vero nido dell'intransigenza teutonica e delle politiche di austerity per i Paesi del Sud Europa.



Cosa ha detto esattamente Enria? Due cose. La prima che nel Vecchio Continente le autorità nazionali hanno lasciato fallire troppe poche banche. E già qui si potrebbe discutere, visto che il costo maggiore dei salvataggi l'ha sostenuto la rigorosa Germania. La seconda, che potrebbe mettere seriamente in difficoltà l'Italia, è che i titoli di Stato nei portafogli delle banche indicati come disponibili per la vendita dovrebbero essere valutati al loro prezzo di mercato. Anche se questo, dice Enria, dovesse causare perdite.



E' la tesi di Weidmann e della Bundesbank. Quest'ultima solo pochi giorni fa ha rilasciato un report nel quale spiega che la regolamentazione bancaria oggi privilegia troppo gli investimenti in titoli pubblici. Innnazitutto perché sono considerati , senza rischi per le banche e dunque non assorbono capitale. E poi perché, siccome possono essere dati in garanzia alla Bce in cambio di denaro, danno grandi vantaggi sulla liquidità. Fuori dai tecnicismi significa che le banche comprano bond sovrani (dei loro Paesi) aiutando lo Stato a non fallire, poi prendono quei bond li consegnano in garanzia alla Bce che gli dà altri soldi e il gioco ricomincia.



Questo meccanismo per i tedeschi va interrotto stabilendo definitivamente che l'investimento in titoli di Stato non può essere considerato privo di rischio. L'occasione per farlo sarebbe l'Asset quality review, gli stress test che sta preparando Mario Draghi insieme proprio all'Eba di Andrea Enria.



Chi danneggerebbe la linea tedesca? Soprattutto le banche italiane, che hanno nei loro portafogli ben 396 miliardi di euro di titoli pubblici. Se i titoli di Stato fossero considerati "non privi di rischio", gli indici di capitale delle banche italiane automaticamente scenderebbero e sarebbero necessarie ricapitalizzazioni. O magari quei fallimenti vaticinati da Enria.



Per ora il mercato non sembra aver dato retta. Ha preferito ascoltare le parole di Yves Merch, membro lussemburghese del board della Bce, che ha detto che sui . Meglio però stare allerta. I falchi si annidano anche sui tetti di casa.



@and_bas