Cosa ha detto esattamente Enria? Due cose. La prima che nel Vecchio Continente le autorità nazionali hanno lasciato fallire troppe poche banche. E già qui si potrebbe discutere, visto che il costo maggiore dei salvataggi l'ha sostenuto la rigorosa Germania. La seconda, che potrebbe mettere seriamente in difficoltà l'Italia, è che i titoli di Stato nei portafogli delle banche indicati come disponibili per la vendita dovrebbero essere valutati al loro prezzo di mercato. Anche se questo, dice Enria, dovesse causare perdite.
E' la tesi di Weidmann e della Bundesbank. Quest'ultima solo pochi giorni fa ha rilasciato un report nel quale spiega che la regolamentazione bancaria oggi privilegia troppo gli investimenti in titoli pubblici. Innnazitutto perché sono considerati
Questo meccanismo per i tedeschi va interrotto stabilendo definitivamente che l'investimento in titoli di Stato non può essere considerato privo di rischio. L'occasione per farlo sarebbe l'Asset quality review, gli stress test che sta preparando Mario Draghi insieme proprio all'Eba di Andrea Enria.
Chi danneggerebbe la linea tedesca? Soprattutto le banche italiane, che hanno nei loro portafogli ben 396 miliardi di euro di titoli pubblici. Se i titoli di Stato fossero considerati "non privi di rischio", gli indici di capitale delle banche italiane automaticamente scenderebbero e sarebbero necessarie ricapitalizzazioni. O magari quei fallimenti vaticinati da Enria.
Per ora il mercato non sembra aver dato retta. Ha preferito ascoltare le parole di Yves Merch, membro lussemburghese del board della Bce, che ha detto che sui
@and_bas