Amedeo Minghi: «La mia serenata sotto al balcone di San Pietro per Giovanni Paolo II»

Amedeo Minghi: «La mia serenata sotto al balcone di San Pietro per Giovanni Paolo II»
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Giovedì 24 Aprile 2014, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 16:08
Il fatto che diventi santo Giovanni Paolo II una notizia straordinaria. Ha bruciato tutte le tappe, sia da vivo che da morto. Se ci pensiamo, diventato sacerdote da adulto, a 26 anni, poi papa a 58. E dopo la sua morte, prima beato e poi santo subito.







Amedeo Minghi, il popolare cantautore e compositore, sulla scena dalla metà degli anni Sessanta, ne parla con una certa familiarità, avventurandosi in considerazioni più da vaticanista che da artista. Lui è uno che papa Wojtyla se l’è studiato bene, per fede e per professione.



«Un uomo che parte, vestito di bianco, per mille paesi e non sembra mai stanco, ma dentro i suoi occhi un dolore profondo: vedere il cammino diverso del mondo, la guerra e la gente che cambia il suo cuore, la verità che muore»: è una delle strofe più significative del brano che proprio Minghi dedicò in tempi non sospetti a Giovanni Paolo II e che davanti a lui e per lui ha cantato poi numerose volte».





Un uomo venuto da molto lontano



«Quando abbiamo fatto la canzone “Un uomo venuto da molto lontano” con Marcello Marrocchi, nel 1993, l’idea era semplicemente fare un omaggio a un uomo che stava trasformando tutto. Molti non avevano ancora capito la portata di quello che stava facendo. Noi abbiamo provato a raccontarlo in musica e parole. Poi, nel 1998 inserii la canzone nell’album Decenni e ci arrivò direttamente dal Vaticano il consenso a usare le immagini del papa per il videoclip dedicato al brano, che realizzammo con il prezioso aiuto di Piero Schiavazzi, all’epoca responsabile di Telepace. Non avrei mai potuto osare mettere il papa in un video, ma l’idea è arrivata dall’alto». Il video, disponibile anche sul canale youtube di Minghi, mostra immagini che vanno dalla giovinezza di Karol Wojtyla, all’attentato in piazza San Pietro, dai viaggi in Africa agli incontri con Madre Teresa e Castro.



«Nella canzone parliamo di lui come uomo, non come papa – spiega Minghi -, perché ci colpì la sua umanità, il modo in cui si relazionava con il mondo. Era un uomo che aveva conosciuto l’amore, la vita. Ricordo la sua grande pazienza. Incontrava centinaia di persone al giorno e ha sempre avuto un gesto di carità per tutti. Anche nelle occasioni pubbliche, salutava tutti i presenti, uno per uno».



Il papa che amava la musica



Giovanni Paolo II era un grande amante dello spettacolo. Aveva fatto teatro e apprezzava la musica leggera. Sotto il suo Pontificato sono nati i Concerti di Natale in Vaticano, per raccogliere fondi per la costruzione di nuove chiese per il Giubileo del 2000 e ogni volta il pontefice riceveva tutti gli artisti in udienza. Ma nessuno, tranne Minghi, ha mai pensato di fargli un serenata sotto al balcone. «Una volta – prosegue Minghi tra orgoglio e commozione -, in occasione di uno suo compleanno, che cade a maggio, ero con sei o sette musicisti in piazza San Pietro e abbiamo allestito un piccolo impianto per improvvisare una serenata. Abbiamo cominciato a cantare “Un uomo venuto da molto lontano” e lui si è affacciato apposta per noi. Siamo stati dei pazzi, ma forse lui ha gradito proprio per questo».



Minghi ha cantato al cospetto di Giovanni Paolo II nel 1994, in occasione del 50° anno di sacerdozio del Papa, durante un concerto speciale all’Aula Nervi: «Una grande emozione essere lì, - ricorda il cantautore romano - . Ci ricevette anche in udienza, per pochi minuti, ma non potrò mai dimenticarli. Parlammo della canzone, mi fece i complimenti e mi fece domande sul testo perché voleva capire bene le parole. Durante il Giubileo, lo incontrai altre volte. Ormai mi riconosceva e, anche se ogni volta mi era concesso di parlargli per pochi minuti, sono riuscito anche a confidarmi con lui, a dirgli cose mie personali e, una volta, a presentargli tutta la mia famiglia».



A Cracovia per la canonizzazione



E mentre migliaia di pellegrini si apprestano a venire a Roma per la canonizzazione, Minghi sarà a casa di Giovanni Paolo II: «Il 27 vado a Cracovia dove terrò un concerto per il papa santo. Ci sono già stato per un concerto organizzato dall'Università Jagellonica, la più antica di Cracovia, frequentata anche da Wojtyla, in occasione dei 25 anni di pontificato, nel 2003. In prima fila c’era l’allora cardinal Ratzinger, che fece anche un intervento commentando il mio video. E a Buenos Aires mi è capitato di cantare anche per l’arcivescovo Bergoglio. Con una battuta, posso dire che porto bene ai cardinali. Quando canto davanti a loro, diventano papi».







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