Voci delle Feste Jago: «Essere di provincia, il mio trampolino di lancio»

Voci delle Feste Jago: «Essere di provincia, il mio trampolino di lancio»
di Giovanni Del Giaccio
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Sabato 7 Gennaio 2023, 07:40


«Io lo ripeto sempre, è il mio slogan: sono nato a Frosinone e cresciuto ad Anagni». Jago, nome d'arte di Jacopo Cardillo, è uno scultore di appena 35 anni capace di conquistare il mondo con le sue opere. Quando lo hanno fatto Accademico d'onore nel capoluogo, ha detto che la piccola città è stata per lui un valore aggiunto. Partiamo proprio da qui: «Per la mia esperienza venire da un piccolo centro, aver vissuto la dimensione provinciale, ha fatto emergere il desiderio, quello di un giovane accompagnato dalla voglia di rivincita, di riscatto e posizionamento, entrare a far parte delle dinamiche del mondo. In un luogo piccolo è più facile trovare il proprio palcoscenico, il momento in cui potersi esprimere. Nella grande città rischi di essere solo un numero. Ecco, vista in questo modo la piccola realtà può essere un grande trampolino per il successo».
Che anno è stato il 2022?
«Importante, di sicuro. Lo è per ognuno immagino ma per me è stato fondamentale, ho capito che non posso rinunciare a dedicarmi alla mia visione della realtà. Al di là di quello che accade nel mondo, dentro di me succede qualcosa di importante. È stato così anche negli anni precedenti, con il Covid a maggior ragione perché ho imparato una cosa importante, quella di dovermi dedicare solo alle cose che veramente contano. La pandemia ci ha costretto a ridurre al minimo l'attenzione alle cose a cui ci dedicavamo, per anni ci siamo riempiti la bocca della necessità di togliere il superfluo, ecco qua: ci siamo riusciti. Non tanto per quello che ho realizzato ma per la lezione arrivata dalle circostanze che abbiamo vissuto, sto imparando a dire di no a quello che non serve»
Ne ha detti tanti?
«Una marea, ma non solo io. Lavoro assieme a una squadra, ho collaboratori bravissimi nel dire di no, anche ai progetti che arrivano. Io voglio fare solo le cose che rischiano di superare la prova del tempo. Poche ma buone, profondamente ambiziose, intrise di ambizione».
A cosa sta lavorando?
«Sto realizzando in questo momento un'opera scenica, Narciso, che andrà ad arricchire la collezione di sculture presenti a Napoli, nella chiesa di Sant'Aspreno ai Crociferi, dove ho realizzato anche la Pietà. Al momento diverse opere si trovano in mostra a Bologna, mentre ad aprile apriremo un nuovo polo museale nel rione Sanità, dove è collocato anche il Figlio velato. Poi penso alle prossime opere: ho da anni il progetto di un David, un'opera colossale. Tu puoi anche essere convinto di quello che hai in mente ma devi creare le condizioni ambientali perché ciò avvenga».
Ha mai detto un no a Frosinone?
«Nessuno. Frosinone è nel mio cuore. Ho speranza e sono e fiducioso che si possa realizzare qualcosa. L'accademia è un luogo nel quale possono avvenire dinamiche profondamente positive per tutto il tessuto sociale della città. Anzi, sa e potrà essere un catalizzatore di eventi, a beneficio di tutta la città, se capisce che è una risorsa allora sarà un gesto rivoluzionario. Io spero di dare un esempio: se ho ottenuto io questi risultati, mi piacerebbe che chiunque vive e frequenta l'Accademia possa pensare: se ce l'ha fatta lui, posso riuscirci anche io».
 

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