Violenza di gruppo, la ragazza tira in ballo l'amico

Violenza di gruppo, la ragazza tira in ballo l'amico
di Marina Mingarelli
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Giovedì 3 Novembre 2022, 07:23

Tradita da quello che credeva un amico. A detta della studentessa di Alatri di 19 anni che ha denunciato di essere stata stuprata il 25 febbraio scorso in un'abitazione di Ceccano, era stato proprio un ragazzo che conosceva molto bene ad invitarla a fare un giro in macchina con gli altri due amici. La giovane avrebbe capito di essere finita in una trappola quando ha visto che la vettura si stava allontanando dal centro storico della città fabraterna (lei si trovava ad un festa in un locale proprio nella parte alta di Ceccano ) verso la campagna. A quel punto aveva chiesto dove la stessero portando. E sempre l'amico le avrebbe detto di stare tranquilla che sarebbero saliti a casa di uno di loro per bere qualcosa. La studentessa, però, quasi avesse avuto un sesto senso, aveva chiesto di ritornare indietro, non voleva salire in quell'abitazione. E sempre l'amico l'avrebbe rassicurata dicendole: Ci fumiamo una sigaretta e poi ritorniamo alla festa.
Ma quando la ragazza è ritornata nel locale aveva gli occhi gonfi di lacrime a causa della presunta violenza sessuale. A stuprarla sarebbe stato uno straniero di 22 anni che vive da tanto tempo a Ceccano.
LE INDAGINI
Secondo gli elementi raccolti dagli investigatori a far scattare la molla nel giovane il fatto che la presunta vittima, scambiandolo per un'altra persona, gli aveva chiesto se per caso fosse omosessuale. Parole che lo avevano profondamente indignato e quasi a dimostrare alla ragazza che a lui piacevano soltanto le donne l'avrebbe trascinata in una camera e scaraventata sul letto.
Secondo quanto riferito dalla ragazza agli inquirenti, quella di essersi adirato perché considerato gay sarebbe stata soltanto una scusa. Tutti e tre l'avrebbero accompagnata in quella casa con uno scopo preciso: quello di fare del sesso.
Per quanto riguarda quel video girato proprio dal 22enne, la studentessa avrebbe raccontato di essere stata immobilizzata da quel giovane e di non aver reagito perché aveva pensato che se non avesse opposto resistenza quell'incubo sarebbe finito prima.
Una volta tornata a casa, era riuscita a parlare con i genitori i quali dopo due giorni l'avevano accompagnata in caserma per presentare la denuncia.
Adesso l'avvocato della presunta vittima, Vincenzo Galione, è in attesa della decisione del gup sui tre indagati, rappresentati dagli avvocati Giampiero Vellucci, Armando Pagliei e Perfrancesco Pizzuti. Secondo il legale vi sarebbero elementi circa la loro responsabilità su questa vicenda.
 

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