Una targa per il medico Maurizio Turriziani, la moglie: «Mio marito ha dedicato la sua vita alla scienza e alla Ciociaria»

Una targa per il medico Maurizio Turriziani, la moglie: «Mio marito ha dedicato la sua vita alla scienza e alla Ciociaria»
di Matteo Ferazzoli
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Domenica 9 Maggio 2021, 10:34

All'esterno dell'ospedale del capoluogo, è stato anche inaugurato Bosco Ossigeno. Un giardino, in cui sono stati piantati più di 100 alberi, che circonda l'area d'ingresso del nosocomio frusinate. Lo spazio verde è in ricordo di tutti i cittadini della provincia che hanno perso la vita a causa del Covid.

Sono stati l'assessore regionale D'Amato e il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani hanno a piantare simbolicamente i primi due alberi.

Presto arriveranno, nel Bosco, anche le opere d'arte donate da alcuni artisti, Cesare Pigliacelli e Alberto Spaziani, che hanno aderito al concorso di idee lanciato, per l'occasione, dalla Asl. In più, già zampilla l'acqua dalla nuova fontana posta al centro del giardino dinanzi l'ospedale.

Momenti di commozione, poi, si sono vissuti quando è stata scoperta una targa commemorativa, posizionata su una roccia nell'aiuola di margherite, in ricordo del dottore Maurizio Turriziani, per moltissimi anni primario di urologia dell'ospedale del capoluogo. Era presente sua moglie, ex primario di anestesia nel nosocomio frusinate, Sandra Spaziani.

Si è inaugurato questo bosco, in cui è stata posizionata una targa che celebra suo marito ed il suo impegno per la nostra terra. Qual è l'emozione?
«Provo un grandissimo piacere che deriva, intanto, dal fatto che persone che non l'hanno conosciuto, come la dottoressa Pierpaola D'Alessandro, hanno voluto fare questa cosa che per me è grandissima. Mio marito ha dedicato tutta la sua vita alla scienza e, soprattutto, a questo suo grande desiderio di lavorare qui e di continuare a ribadire che in questa terra ci sono delle grandi professionalità e persone da valorizzare. Non è necessario andare fuori, perché la crescita del nostro territorio passa soltanto attraverso la valorizzazione del territorio stesso. Questo riconoscimento a mio marito, penso sia anche per lo sforzo di molti ciociari che cercano di migliorare la propria terra».
 

Per lei e la vostra famiglia, il senso di orgoglio per questa dedica deve essere molto forte. Cosa prova?
«È un grande orgoglio, perché dà l'idea che non è vero che quello che si fa, poi passa nel dimenticatoio. Quello che si fa alla fine rimane nella memoria delle persone. E questo dà anche un senso a quello che si fa e al lavoro che svolge. E questo, forse, è un po' il senso della vita».
 

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