Ufficialmente disoccupati,
ma lavoravano in nero

Ufficialmente disoccupati, ma lavoravano in nero
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Martedì 19 Novembre 2019, 19:40
Ufficialmente disoccupati; invece erano lavoratori in nero.
Sono otto gli operai, tutti residenti ad Anagni, che percepivano un assegno sociale da parte dell’Inps perché rimasti senza lavoro e che adesso sono finiti sotto processo per indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.
Si tratta di padri di famiglia che avevano attestato di vivere nell’indigenza. Pertanto avevano fatto domanda all’ente previdenziale per ottenere un aiuto economico. Aiuto che va detto era arrivato. Tanto per fare un esempio, soltanto ad uno dei lavoratori che aveva presentato domanda per avere un sussidio, dal dicembre del 2010 al dicembre del 2014 erano stati erogati ben 40.698 euro.
Nulla di male se non fosse stato che l’indigente guadagnava in nero, presso un’azienda che realizzava mobili, circa duemila euro al mese. 
Sotto processo è finito anche G.S. di 65 anni, titolare del mobilificio per il quale lavoravano gli operai incriminati. L’uomo dovrà rispondere di truffa.
Le indagini portate avanti dalle Fiamme Gialle e che riguardano gli anni che vanno dal 2012 al 2015, hanno fatto scoprire questo modus operandi da parte dei “disoccupati.”
A seguito di tali fatti sono stati tutti rinviati a giudizio.
La vicenda risale a qualche anno fa quando a seguito di controlli a campione della Guardia di Finanza, venne fuori che l’imprenditore aveva assunto in nero otto operai che percepivano la disoccupazione dall’Inps. Questi ultimi, ovviamente, si erano ben guardati di far sapere all’ente previdenziale che un lavoro lo avevano trovato e che quindi non avevano più diritto all’assegno sociale. 
Secondo gli accertamenti, i lavoratori in questione avrebbero arrecato all’Inps un danno economico che si aggira intorno ai duecentomila euro. 
Per quanto riguarda questo reato la legge parla chiaro: «chiunque mediante l’utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l’omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente, per sé o per altri, contributi, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni».
Per quanto riguarda gli operai che sono finiti sotto processo dovranno comparire in aula alla prima udienza il prossimo 10 maggio. Il datore di lavoro che come già accennato dovrà rispondere di truffa e comparirà alla sbarra in altra data.
Nel collegio difensivo gli avvocati Mario Cellitti, Giampiero Vellucci, Daniele Natalia e Fernando Picchi. 
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