Omicidio Mollicone, colpo di scena in aula: le confidenze choc di Tuzi escluse dal processo

Omicidio Mollicone, colpo di scena in aula: le confidenze choc di Tuzi escluse dal processo
di Vincenzo Caramadre
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Sabato 6 Novembre 2021, 14:02

Le confidenze di Santino Tuzi restano fuori dal processo sull'omicidio di Serena Mollicone. Nell'udienza di ieri dinanzi alla Corte d'assise del Tribunale di Cassino, doveva essere il giorno in cui l'ex comandante della stazione dei carabinieri di Fontana Liri, il luogotenente Gabriele Tersigni, avrebbe dovuto riferire sulle confidenze fattegli del brigadiere Santino Tuzi dopo gli interrogatori del 28 marzo e 9 aprile 2008, nei quali il brigadiere avrebbe detto che Serena il giorno (1 giugno 2001) della sua scomparsa era andata nella caserma dei carabinieri di Arce.

L'ex comandante Tersigni per la Procura è l'unico depositario delle confessioni dell'ex brigadiere.

Un teste chiave, l'unico, oltre agli inquirenti, che avrebbe consentito di fare chiarezza sulle rivelazioni di Tuzi.

Ma in aula Tersigni non potrà comparire in qualità di testimone. A sollevare l'eccezione è stata la difesa della famiglia Mottola. L'avvocato Piergiorgio Di Giuseppe, richiamando un articolo del codice di procedura penale e una sentenza della Corte di Cassazione, ha chiesto alla Corte presieduta dal giudice Capurso di non ammettere la testimonianza di Tersigni in ordine all'annotazione di servizio del 15 aprile 2008, redatta quattro giorni dopo il suicidio del brigadiere, nella quale si ripercorrono le fasi successive agli interrogatori.

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La Corte dopo una lunga camera di consiglio di oltre tre ore (dalla 10.30 alle 13.45), ha sciolto la riserva accogliendo l'eccezione. L'ex comandante della stazione dei carabinieri di Fontana Liri, essendo un superiore, avrebbe dovuto verbalizzare il contenuto delle confidenze di Tuzi nell'immediatezza dei fatti, ossia il 28 marzo e il 10 aprile. Tersigni invece presentò il rapporto dopo il suicidio del brigadiere. Quindi delle rivelazioni di Tuzi restano i verbali e gli audio (anche se solo parziali) degli interrogatori.

«Tuzi temeva di essere arrestato»

Di certo Tuzi custodiva dei segreti. Lo hanno dimostrato le testimonianze dei colleghi nelle udienze precedenti che hanno raccontato di un uomo turbato. Così come confermato ieri dal maresciallo Mattei che intervenne il giorno del suicidio: «Tuzi temeva di essere arrestato. Lo temeva negli ultimi giorni. Non era il più lui conviviale. Era turbato e amareggiato. Quella dell'11 aprile 2008 fu una mattinata molto convulsa, uscì dalla caserma con la pistola, ci allarmammo quando l'allora comandante provinciale Sparagna mi chiamò e mi dissi che avrebbe sparato al primo carabiniere che si sarebbe trovato di fronte. Fummò molto prudenti. Iniziammo a cercare fino ad arrivare alla diga».
Qui Tuzi fu trovato cadavere, suicida, diranno poi le indagini, con un colpo di pistola partito dalla sua pistola d'ordinanza.

La moglie del brigadiere: «Non credo si sia suicidato»

Non ha mai creduto alla versione del suicidio la moglie di Santino, la signora Teresa Lupo, comparsa anche lei ieri sul banco dei testimoni: «Santino mi disse che se fosse successo qualcosa avrei dovuto dire sempre la verità», ha spiegato la donna. «Mio marito era tranquillo, non credo si sia suicidato». Poi a precisa domanda del pm Siravo, sullo stato d'animo nei giorni precedenti al suicidio, la donna ha risposto: «Era tranquillo, come sempre».
La prossima udienza venerdì 12 novembre.
 

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