«Togliamo quella cosa». C'è anche un'intercettazione dietro le ultime fasi all'inchiesta sull'omicidio di Thomas Bricca: le perquisizioni alle Fraschette e l'iscrizione sul registro degli indagati di Mattia Toson, 20 anni, interrogato per sei ore lunedì scorso dal procuratore Antonio Guerriero e dal sostituto Rossella Ricca. Non si conoscono altri dettagli sulla conversazione captata dagli investigatori, ma è certo che è stata quella a far scattare, lo scorso 20 febbraio, le perquisizioni nella villa della famiglia Toson e nel vicino ex campo di concentramento delle Fraschette.
RICERCHE A TAPPETO
I carabinieri, con un'unità cinofila, per ore hanno passato al setaccio ogni angolo dell'abitazione, sia all'interno che all'esterno. I carabinieri sono tornati anche la sera seguente, martedì, e mercoledì invece hanno focalizzato le ricerche nell'ex campo di internamento. Con una ruspa in particolare è stata ispezionata una parte della vasta area, tra i cespugli a ridosso di un muro di cinta. L'esito dei controlli è stato negativo. I carabinieri cercavano la pistola, una calibro 38, da cui è partito il colpo che ha ucciso Thomas. Gli investigatori sono anche alla ricerca dello scooter, un T-Max, utilizzato dai sicari.
L'ultima traccia del mezzo sarebbe il video in cui si vedono i killer lasciarlo ad una terza persona che gli consegna l'auto per la fuga. Gli assassini sono venuti da fuori e assoldati appositamente per l'agguato? È una delle piste. Così come è un'ipotesi che nel video dello scambio sia ripreso Mattia Toson. Le immagini però sono sgranate, è buio, per cui le figure non si distinguono. Ora è stato disposto un esame che, utilizzando le più innovative tecnologie digitali, consentirà di mettere a confronto la corporatura dell'indagato con quella del ragazzo che compare nel video.
GLI SCONTRI IN STRADA
E a proposito di filmati, i carabinieri hanno acquisito anche le riprese video registrate dalle telecamere che si trovano in prossimità dei punti del centro storico in cui, nel pomeriggio di sabato in via Cesare Battisti e domenica nei pressi del bar ex Enal, sono avvenute le risse tra i fratelli Toson e Omar Haudi, il giovane di origini marocchine, considerato il vero bersaglio dell'agguato che è costato la vita a Thomas. Tali scontri, ai quali avrebbero preso parte altri ragazzi nordafricani, potrebbero essere stati l'antefatto dell'agguato. Nella serata della domenica, precedente agli spari, Omar e i suoi amici hanno picchiato e lanciato dalla balaustra che si trova vicino al bar ex Enal lo zio di Mattia Toson, ferendolo in maniera seria alle gambe. Su questi episodi i carabinieri hanno raccolto numerose testimonianze, ma per circostanziare bene i fatti hanno acquisito anche le registrazioni video delle telecamere del Comune.
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