È arrivato tardi, era sconvolto, secondo alcuni testimoni avrebbe persino vomitato e poi ha lasciato la festa degli Spada prima della fine, accompagnato dal padre. Continuano a concentrarsi sugli spostamenti di Mattia Toson gli accertamenti degli investigatori che seguono il caso dell'omicidio di Thomas Bricca. Mancano dei tasselli, è evidente, ma i magistrati e i carabinieri continuano a battere la pista più accreditata e soprattutto le contraddizioni del ragazzo rispetto alle testimonianze acquisite e al suo stesso racconto.
LA RICOSTRUZIONE
Un passo indietro: Mattia Toson va in caserma, insieme al fratello, due giorni dopo il delitto e ne esce come persona informata sui fatti. Racconta di essere stato a cena, a casa fino a poco prima, quindi di essere tornato nella sua residenza dopo la festa. Gli investigatori trovano diverse testimonianze che concordano, ma altre invece divergono e questo è il primo punto da chiarire.
Sono stati una trentina i testi ascoltati e lì ci sarebbero le prime divergenze nei racconti.
GLI SVILUPPI
L'indagine comunque prosegue e si valutano, ancora, le telecamere di videosorveglianza anche riferite alle risse dei giorni precedenti. Il movente, non ci sono ormai dubbi, è da ricercare in quegli episodi, sui quali le ricostruzioni di chi c'era sono ugualmente discordanti. Per questo si valuteranno ancora i video, insieme a quelli della zona del delitto e della località "Fraschette" dove i sicari hanno lasciato lo scooter salendo su un'auto "pulita" e si sono dati alla fuga, mentre il ciclomotore è stato preso da un uomo del quale non si conosce l'identità. Il suo profilo corrisponde a quello di Mattia Toson dal punto di vista fisico? Nessuno può dirlo, al momento, si sa che i carabinieri lavorano alla ricostruzione di un possibile identikit sulla base delle immagini, grazie alle moderne tecnologie digitali.
LA NOTA
La Procura di Frosinone parla di «clima avvelenato» e in una nota ufficiale dichiara che «intende procedere nel rispetto di tutte le garanzie processuali imposte dalla legge» in merito all'omicidio di Thomas. A dirlo è il procuratore capo Antonio Guerriero, esprimendo fra l'altro solidarietà all'avvocato contro il quale sono stati affissi dei volantini ad Alatri. Garanzie «che richiedono una rigorosa ricostruzione dei fatti, nonché fondati e precisi elementi di prova. Quando sarà possibile esaminare gli atti si potrà constatare l'enorme diuturno impegno dei magistrati e delle forze dell'ordine per effettuare rapidamente ogni accertamento possibile su questo omicidio».
Dalla Procura arriva anche l'invito «ai cittadini a collaborare concretamente con la giustizia, anche con la loro testimonianza».
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