Thomas Bricca ucciso ad Alatri, il video dei killer che lasciano lo scooter. C'era un'auto per la fuga

Il sospetto che il giovane indagato abbia partecipato allo scambio di mezzi

Thomas Bricca, il video dei killer che lasciano lo scooter. C'era un'auto per la fuga
di Giovanni Del Giaccio
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Lunedì 27 Febbraio 2023, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 06:18

FROSINONE C'è un nuovo e importante elemento nell'inchiesta per l'omicidio di Thomas Bricca, il diciannovenne ucciso ad Alatri il 30 gennaio scorso. Forse è quello decisivo, di certo spiega il perché nei giorni scorsi i carabinieri sono stati a lungo nella zona "Fraschette" dove vivono i familiari di Mattia Toson, il giovane indagato che questa mattina sarà ascoltato da chi indaga alla presenza del difensore. Il suo, finora, è l'unico nome nel fascicolo che la Procura di Frosinone ha aperto per omicidio, ma non è escluso che presto altri possano finire nel registro degli indagati. Tra i sospettati iniziali, indicati da numerosi testimoni, vale a dire i fratelli Toson, il padre e lo zio acquisito, e tra alcuni congiunti o comunque legati al gruppo familiare.
Ma questo, alla luce del nuovo elemento emerso dall'inchiesta, rischia di essere persino marginale. Cosa hanno gli investigatori? Un video che potrebbe essere la svolta delle indagini e del quale, fino a questo momento, non si era a conoscenza.

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LA RICOSTRUZIONE
Siamo al 30 gennaio, la sera degli spari. Finora sapevamo che le telecamere di videosorveglianza del "Girone", dov'è avvenuto l'agguato, avevano ripreso lo scooter con due persone a bordo che arriva e riparte nel giro di un minuto. Sapevamo anche che tutte le telecamere della città erano state visionate per verificare dove fosse passato lo scooter arrivando e ripartendo da Alatri. Il nuovo particolare è che forse era già in città, è stato dato ai sicari i quali poi sono fuggiti su un'auto "pulita". E questo è il passaggio che mancava: quell'auto era ad aspettarli nella zona delle "Fraschette", il sistema di videosorveglianza riprende lo scooter che arriva, i due con il casco che scendono e salgono sull'auto condotta da una persona che a sua volta prende il ciclomotore e si dilegua. Chi era? Su questo il riserbo è assoluto, ma non si può escludere che si tratti di qualcuno dei sospettati o di una persona molto vicina a loro.
Se si trattasse di Mattia Toson, per esempio, verrebbe meno il suo alibi - confermato da più parti - della presenza a una cena all'ora della sparatoria. Il problema è comunque che né l'auto, né il ciclomotore, finora sono stati ritrovati.
Inizialmente si era pensato a uno scooter rubato, la targa era stata comunque coperta o non è risultata visibile dai filmati in possesso dei carabinieri ma le denunce dei mezzi oggetto di furto non hanno dato l'esito sperato.

Dell'auto, invece, finora non si era mai parlato e gli investigatori non forniscono ulteriori particolari sul tipo di mezzo e il colore. La certezza, però, è che quello scambio di veicoli fosse studiato a dovere.

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IL GIUBBOTTO
È ormai assodato che Thomas Bricca sia morto per sbaglio, considerato che il vero bersaglio era Omar Haudy, il diciannovenne di origine marocchina che quella sera indossava un giubbotto bianco, come quello di Thomas. A dire che era lui il reale destinatario degli spari è stato lo stesso giovane, in un video su Instagram nel quale parla delle risse dei giorni precedenti e cerca di spostare l'attenzione sul razzismo per distoglierla, forse, dalla reale ragione per la quale i gruppi si "fronteggiavano". Vale a dire la droga.
Ma cosa c'entra l'indumento? Semplice: se i sicari erano nella zona delle "Fraschette" e qualcuno, come si suppone sin dal principio, li ha avvisati della presenza di Omar sulle scale del "Girone" è stato necessario qualche minuto per arrivare lì. Omar c'era davvero, ma si era allontanato per prendere le sigarette e loro avevano come indicazione solo il colore del giubbotto, quindi hanno sparato a Thomas.
LA LEZIONE
Voleva essere una dimostrazione di forza rispetto alle risse dei giorni precedenti, ribadire che lì "comandava" la banda sbeffeggiata la domenica con uno dei componenti appeso a un'inferriata o volevano uccidere? Su questo la perizia balistica potrà essere più precisa. Di sicuro o erano talmente bravi a sparare - da una distanza di circa 30 metri, al buio e con diversi ostacoli dal basso verso l'alto come ringhiere e gradoni - o la traiettoria presa dal proiettile è stata tale da arrivare a Thomas.

 


CLIMA TESO
Intanto sui muri è comparso un volantino che riporta al clima di tensione che si respirava all'indomani dell'omicidio di Emanuele Morganti, avvenuto sette anni fa. È rivolto a chi decidessero di assistere gli accusati. «Egregio avvocato, tutta Alatri prova disprezzo e disgusto riguardo al suo operato (...) la riteniamo una persona cosciente della legge. Per questo inneggiamo alla giustizia che sarà difficile ottenere anche per vostra colpa. Le chiediamo, quindi, di rifletterci attentamente sopra». Non è certo il modo migliore per arrivare a quella giustizia che per primo il padre di Thomas ha chiesto, nei giorni successivi al delitto.
 

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