Thomas Bricca, un fiume umano ai funerali ad Alatri per l'addio al ragazzo ucciso. Il vescovo: «Basta violenza»

Celebrai oggi i funerali del 19enne morto in un agguato. L'appello di Spreafico ai suoi amici

Thomas Bricca, un fiume umano per l'addio al ragazzo ucciso. Il vescovo: «Basta violenza»
di Pierfederico Pernarella
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Venerdì 10 Febbraio 2023, 16:48 - Ultimo aggiornamento: 21:50

Un fiume umano per l’ultimo saluto a Thomas Bricca. Il piazzale di Civita e la scalinata della cattedrale San Paolo, sulla sommità del centro storico, sono riusciti a malapena a contenere le tantissime persone che hanno voluto rendere omaggio al 9enne di Alatri ucciso con un colpo di pistola lunedì 30 gennaio. Almeno tremila  persone.

«Una folla così si vede solo quando c’è la festa di San Sisto», il patrono di Alatri. Oggi invece è stato il giorno delle lacrime e del silenzio. Lo stesso silenzio che, nonostante i numerosi presenti, ha avvolto la vetta dell’acropoli. Rotto dai pianti versati in disparte dagli amici e dagli applausi che hanno accolto e salutato il feretro seguito dalla mamma Federica, il padre Paolo, lo zio Lorenzo, la sorella Silvana e gli altri più stretti familiari. A celebrare la cerimonia funebre ha voluto esserci il vescovo Ambrogio Spreafico che durante l’omelia si è rivolto soprattutto ai ragazzi, agli amici di Thomas.

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«Oggi mancano le parole, anche se in testa abbiamo tanti pensieri e sentimenti, compresa la rabbia.

Ma dobbiamo mettere da parte la vendetta, come ha detto Paolo, il padre di Thomas», ha detto il vescovo. «Voi ragazzi, amici di Thomas - continua -, dovete parlare con sincerità, in modo pacifico. Imparando ad ascoltarsi perché noi ci ascoltiamo troppo poco. Parliamo ma non ascoltiamo».

«Non è accettabile rendere la parola scontro, litigio fino a venire alle mani come avviene a volte nelle nostre città - prosegue il vescovo -. Quando vi ritrovate per parlare fatelo per aiutarvi, per sostenervi, perché ognuno di noi ha bisogno dell’altro. Nessuno si salva da solo. Mai nessuno contro un altro, altrimenti si rischia di diventare come delle tribù che finiscono per combattersi per difendere ciò che è loro. Purtroppo il mondo in cui viviamo è un mondo di tribù, si fatica a vivere insieme perché ogni gruppo difende se stesso, il proprio modo di pensare, il proprio territorio. Da qui nasce la violenza e diventa incontrollabile. La guerra non è che la conseguenza di questo modo dipensare, come vediamo in Ucraina. Thomas era inclusivo, non escludeva nessuno. Questa è la vita: non escludere nessuno dal tuo amore. Questa è l’unica via della felicità»

Prima di concludere la messa il vescovo ha annunciato che giovedì prossimo ci sarà un momento di preghiera sulla scalinata del Girone, dove Thomas è stato ucciso: «Abbiamo preso tutti un impegno. Dobbiamo fare qualcosa per porre fine a tutta questa violenza».

All’uscita il feretro è stato accolto da un lungo applauso dalla marea umana, poi in cielo si sono alzati i palloncini verde rosa, il colore della Vis Alatri calcio, la squadra locale di cui Thomas era tifoso. Poi un lungo corteo silenzioso ha attraversato le stradine della città, passando anche accanto al luogo dell'agguato, dove dieci giorni fa due persone a bordo di uno scooter hanno aperto il fuoco contro il gruppo di ragazzi cui faceva parte anche Thomas. «Fino all'ultimo hai lottato, dalla tua Alatri non sarai dimenticato», recita uno striscione affisso proprio ai piedi della scalinata dove sedeva Thomas al momento della sparatoria e dove oggi sono presenti decine di mazzi di fiori e bigliettini dedicati al ragazzo. 

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