Tfr decurtati, il caso di 120 ex dipendenti comunali di Cassino: le proteste

Tfr decurtati, il caso di 120 ex dipendenti comunali di Cassino: le proteste
di Domenico Tortolano
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Domenica 2 Febbraio 2020, 18:00
Liquidazione di fine rapporto lavoro ridotta per una cinquantina di dipendenti del comune di Cassino. L'Inps non intende pagare i primi tre anni di lavoro per quei dipendenti che negli ultimi anni sono andati in pensione. Riguarda 120 lavoratori assunti nel 1978 con la legge 285/77. L'istituto di previdenza non vuole liquidare il periodo dal 1978 al 1981. E risponde ai lavoratori: spetta al Comune di Cassino la liquidazione di questi anni.
Dal Comune hanno risposto che sono state versate a suo tempo le somme spettanti, circa 300 mila euro. E quei tre anni valgono per i 120 ex impiegati comunali più di tremila euro ciascuno. Importo che non vogliono perdere. I nuovi pensionati lamentano anche una disparità di trattamento da parte dell'Inps. Infatti ad alcuni dipendenti, inquadrati nella stesse legge e andati in pensione diversi anni fa sono stati liquidati quegli importi. Mentre a quelli che stanno andando in pensione da qualche anno il Tfr completo gli viene negato.

Quindi alcuni si sono rivolti al giudice per vedersi riconosciuti quei soldi spettanti, tra l'alto versati regolarmente dalle casse comunali. Il Tribunale Ordinario di Cassino, Sezione del Lavoro, con una sentenza dello scorso anno, ha riconosciuto il diritto alla liquidazione di fine rapporto (TFR) ai dipendenti del comune di Cassino assunti nel 1978 con la legge 285/77 per il periodo in posizione non di ruolo per un anno di servizio continuativo specificandone la competenza a provvedere alla liquidazione da parte dell'Inps (ex Inpdap).

LA PROTESTA
L'ente previdenziale, però, non sta provvedendo alla liquidazione. «Tutto ciò è penalizzante per noi lavoratori ex legge 285 dicono - considerata la legittima spettanza alla liquidazione del TFR per il periodo 1978-1981 regolarmente iscritti alla cassa previdenza e che abbiamo lavorato continuativamente per oltre quarant'anni per il Comune di Cassino».
E aggiungono: «Abbiamo fiducia nelle istituzioni e nel datore di lavoro, ma non vedersi liquidare somme, peraltro contenute, di cui abbiamo il sacrosanto diritto, non è bello. Perciò attendiamo che l'Inps si decida a pagarci quei tremila euro».
E così la protesta degli ex lavoratori sale ogni giorno, soprattutto, per le risposte negative dell'ente. Intendono investire il comune del problema. Gli uffici di ragioneria sono già intervenuti presso l'istituto dimostrando di aver versato i contributi. Secondo l'istituto assistenziale se le somme all'epoca vennero versate sono andate in prescrizione. «Ci sembra un'assurdità dichiara un pensionato perché ammettere che ci sono i versamenti e che poi sono andati in prescrizione è pura follia. E poi scaricare tutto sul comune che dovrebbe ripagare un'altra volta. Andremo avanti con i ricorsi al giudice per vederci riconosciuto un nostro diritto». Ed annunciano altri ricorsi al tribunale del lavoro di Cassino.

A BREVE UN INCONTRO
Nei prossimi giorni una delegazione di pensionati si recherà dal sindaco Enzo Salera per sollecitare un intervento presso l'Inps di Frosinone. Il comune, comunque, è in dissesto finanziario e quindi non potrebbe nemmeno pagare questa somma, più di 300 mila euro agli ex impiegati. Tale importo dovrebbe essere incluso nella massa passiva che supera i 30 milioni di euro. Dissesto che viene gestito da tre commissari liquidatori da un anno. Probabilmente l'organismo di liquidazione si potrebbe anche opporre a questo ulteriore pagamento visto che ormai la contabilità va verso la chiusura per avviare le liquidazioni scontate ai tanti creditori.
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