Tettoia sotto sequestro
Così muore il Parco degli Uccelli

Il ristorante sul Lago
di di Aldo Simoni
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Mercoledì 17 Aprile 2019, 20:29
Uno dei monumenti naturali più incantevoli del Lazio è ingabbiato nelle maglie della burocrazia e della Giustizia.
E’ l’assurda storia del Parco Uccelli di Paliano che, fino a qualche anno fa, era mèta di vacanzieri che, dalla Capitale e da tutta la Ciociaria, affollavano, i verdi e bucolici paesaggi del Parco.
Oggi, invece, non solo è saltata la gita di Pasquetta, il 25 aprile e il 1° maggio, ma l’intera stagione estiva è ormai drammaticamente compromessa.
Sì, perchè le possibilità di riaprire il Parco voluto e creato da Antonello Ruffo di Calabria tra gli anni ‘70 e ‘80, sono praticamente nulle. E con essa vanno in fumo decine di posti di lavoro e la mega festa di inaugurazione per la quale erano stati già contatti dalla «Gea» (la società proprietaria del Parco) cantanti e gruppi musicali di primissimo piano.
Tutto in fumo, per una banalissima pendenza di una tettoia esterna: prima era a pendenza unica, poi è stata trasformata a doppia pendenza. In pratica la superficie aumenta di 10 centimetri quadrati. Un’inezia. Ma la Giustizia non sente ragioni e da un anno è tutto sotto sequestro.
«In verità - spiegano gli avvocati Calogero e Antonino Nobile, che assistono la «Gea» - il sequestro della tettoia, su cui si stavano eseguendo lavori di manutenzione, ha bloccato tutto. D’altra parte, poichè parliamo di una struttura inserita in un Monumento Naturale, ogni intervento (anche di semplice manutenzione) deve essere corredato da una serie di nulla-osta rilasciati dai vari Enti».
L’ASPETTO AMMINISTRATIVO
E qui entra in gioco anche il Comune di Paliano, perchè, oltre all’aspetto penale (culminato con il sequestro, appunto) c’è anche quello amministrativo relativo all’osservanza delle regole urbanistiche. Ebbene, il 14 agosto scorso, gli avvocati Calogero e Antonino Nobile hanno presentato domanda di sanatoria e di demolizione della tettoia. Evidente il ragionamento: se è motivo di così grande scempio, tanto vale abbatterla.
Ma anche questa istanza è rimasta impantanata, visto che il Comune (dopo aver richiesto un’integrazione a settembre) ancora non si pronuncia; nel frattempo, poichè c’è un sequestro ordinato dal giudice, la famigerata tettoia non si può toccare.
E’ evidente, inoltre, che, una volta risolto l’aspetto amministrativo con il Comune, anche per la magistratura sarebbe più semplice addivenire ad una soluzione del «caso».
E invece no. Tutto resta fermo.
UN’ODISSEA INFINITA
Un’odissea senza fine. Sì, perchè il Comune e la «Gea srl» non riescono a superare gli ostacoli burocratici derivati dalla realizzazione della tettoia dell’ex ristorante sul lago. Tra la richiesta di sanatoria (avanzata dagli avvocati Nobile) , richiesta di demolizione (agosto 2018) da parte di Gea, una proposta di concessione edilizia da parte del Comune, la soluzione di una Scia e ritardi vari, a distanza di un anno dal sequestro del cantiere, paradossalmente, ancora non se ne viene a capo.
In questi mesi, nonostante una grande operazione di bonifica e di accurata sistemazione del verde, i lavori sono fermi e, con essi, è stata rinviata la grande festa dell’inaugurazione.
Le previsioni? «Ad oggi non possiamo indicare una data - spiega l’amministratore delegato di Gea, Bruno Saccomani - noi ce la stiamo mettendo tutta».
E intanto Saccomani è stato convocato per venerdì dall’Ente Parco per essere interrogato. Sì, perchè l’inchiesta va avanti.
E intanto uno dei polmoni più incantevoli e affascinanti della Ciociaria resta imbrigliato nelle maglie della burocrazia.
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