Fiumi di hashish, cocaina, eroina e marijuana immessi sulle piazze di Cassino e del Cassinate: chiuse le indagini. In dodici ora rischiano di finire sotto processo per spaccio in concorso.
Con l'operazione, denominata «Amore Mio» portata a termine a novembre scorso dai carabinieri della compagnia di Cassino, era stata smantellare una presunta rete di spaccio caratterizzata dai messaggi criptici utilizzati tra gli indaganti e consumatori per ordinare, anche via chat, le dosi. Per evitare di essere scoperti il gruppo era solito utilizzare un linguaggio del tipo: «Portami la benzina per mettere in moto e tubolare 50-50 zincato». Ancora: «Rocco», stava ad indicare l'eroina, «Maria» la marijuana, ma venivano richieste anche una «birra grande o piccola», a seconda della dose.
L'attività d'indagine coordinata dal sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi è partita nel 2017 dopo l'incendio dell'auto di proprietà di un pregiudicato di Cassino. Circoscritta nei successivi due anni d'indagine la filiera dello spaccio: dall'approvvigionamento nel litorale domizio e nell'hinterland napoletano di hashish, cocaina, eroina, marijuana fino alla vendita al dettaglio tra Cassino e Piedimonte
San Germano.
Nei due anni d'indagine furono sequestrati, in totale, 2,5 chili tra hashish, cocaina, eroina, marijuana e strumenti idonei al taglio e alla pesatura. Ora, dopo il rituale avviso di conclusione delle indagini preliminare, gli indagati hanno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o presentare una memoria difensiva. Tra i legali delle difese compaiono gli avvocati Marco Mascio e Marco Gabriele.