LA STORIA DELLA CRISI
Ma come si è arrivati ad una disparità di numeri (di 9 a 6) così ampia dopo un esordio, nel 2015, con una maggioranza bulgara di 10 a 5? La storia della crisi politico amministrativa ha origini lontane - ad un anno dall'insediamento il sindaco Roberto Caligiore era già rimasto senza tre consiglieri - e si può dire che sia precipitata soprattutto dopo l'uscita di scena del senatore Massimo Ruspandini (dal marzo 2018 eletto in Parlamento). L'approdo in maggioranza del consigliere Antonio Aversa, quindi le revoche agli assessori (Fiorella Tiberia nominata assessore, poi revocata, poi di nuovo riaccolta nell'esecutivo), le nomine di vice sindaco passate dall'ex assessore Ruspandini all'assessore Tiberia con l'intermezzo di un mese all'assessore Sodani. Fino ai giorni nostri con la nomina di due vicesindaco in meno di 48 ore e al caos esploso sabato scorso quando l'assessore Arianna Moro (espressione in Giunta del consigliere Antonio Aversa) ha rassegnato le dimissioni. La comunicazione è stata formalizzata via Pec nel primo pomeriggio ma, probabilmente, né il sindaco né il resto della poca maggioranza rimasta se ne sono accorti visto che poco prima di mezzogiorno erano state assegnate le deleghe dell'assessorato alle Politiche Sociali all'avvocato Clara Di Mario. Con le deleghe al neo assessore è stata concessa anche la nomina di vicesindaco. Il tutto in una situazione numerica a quel punto già sfavorevole al sindaco. Sulla poltrona di vice, però, l'avvocato Di Mario è rimasta poco più di 48 ore, da sabato a lunedì scorsi quando, con tanto di notizia battuta sui profili social il professor Mario Sodani ha annunciato la sua nuova nomina di vice (per la seconda volta nel giro di qualche mese). Il resto dell'incredibile cronaca (politica) da Ceccano è racchiuso nella richiesta di consiglio comunale per votare la mozione di sfiducia al sindaco, richiesta firmata e protocollata ieri mattina da nove consiglieri.
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