Serena uccisa, chiuso il dibattimento: resta il mistero della sosia

Serena uccisa, chiuso il dibattimento: resta il mistero della sosia
di Vincenzo Caramadre
3 Minuti di Lettura
Martedì 28 Giugno 2022, 15:33 - Ultimo aggiornamento: 15:36

Chiuso il dibattimento, alla 46esima udienza, il processo per l'omicidio di Serena Mollicone si avvia verso la conclusione ma resta un mistero che, solo la sentenza, potrà sciogliere. La ragazza vista dalla titolare della pizzeria Lo sfizio di Isola del Liri il pomeriggio del primo giugno 2001, tra le 14.30 e le 15, era davvero Serena Mollicone? All'udienza di ieri è stata ascoltata una donna, all'epoca scambiata per Serena Mollicone, una sosia, che, però, ha escluso che potesse essere lei. «A quell'ora, di solito lavoravo», ha spiegato ieri in aula dove si sta celebrando il processo a carico di Franco, Marco, Anna Maria Mottola, Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale. La stessa risposta era stata data da un'altra donna all'udienza della settimana scorsa, anche lei ritenuta una sosia. Ma ieri è stato ascoltato anche un uomo, quello che, secondo la testimonianza della proprietaria del locale, era assieme a una delle ragazza che somigliava a Serena. Anche l'uomo, però, ha spiegato che «nel primo pomeriggio era sempre a lavoro in un distributore di carburanti della zona di Castelliri».
L'ultimo avvistamento della 18enne è stato ritenuto di rilievo perché nell'arco temporale che Serena sarebbe stata vista nella pizzeria Lo Sfizio, per la procura, era già morta dopo essere stata aggredita all'interno di un alloggio della caserma di Arce da Marco Mottola, figlio dell'allora comandante della stazione dei carabinieri di Arce. La questione era già stata trattata anche nel processo a carico del carrozziere Carmine Belli, conclusosi nel 2004 con l'assoluzione, ora è stata riproposta e la corte ha ritenuto di dover procedere, in corsa, all'ascolto delle persone utili a ricostruire la circostanza. Quale dimensione verrà data alla ricostruzione fatta in aula dagli ultimi tre testi si capirà solo con la sentenza. Per ora il mistero resta.
ALTRE QUESTIONI
La corte d'assise prima di dichiarare chiuso il dibattimento ha sciolto la riserva in ordine alla richiesta dalla procura che, dopo l'escussione di Simonetta Bianchi - la barista del bar Chioppetelle dove sarebbe stata avvistata la mattina del primo giugno 2001 Serena - e davanti ai tanti «non ricordo» aveva chiesto l'acquisizione delle sommarie informazioni temendo «minacce» alla testa. La Corte, però, non ha ravvisato il pericolo ed ha ritenuto valide le dichiarazioni rese in aula. La difesa della famiglia Mottola ha depositato vari documenti che, dal proprio punto di vista, saranno utili alla decisione finale. Su tutti uno stralcio dell'interrogatorio di Santino Tuzi, il brigadiere morto suicida nel 2008, che rivelò di aver visto «una ragazza» entrare in caserma la mattina del primo giugno 2001, quando lui era di piantone. Proprio l'avvocato Elisa Castellucci, per conto della famiglia Tuzi, ha depositato, invece, un certificato, redatto da un professionista, che attesta il «pieno equilibrio» psicologico del brigadiere.

La requisitoria dei pubblici Beatrice Siravo e Maria Carmen Fusco ci sarà il 1 primo luglio. Il 4, il 6 e il 7 toccherà alle difese e parti civili. Le repliche l'11 e il 15 luglio la sentenza.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA