«Serena, ora è il tempo della Giustizia»
Parla il Procuratore di Cassino, Luciano d'Emmanuele

Nella foto, papà Guglielmo Mollicone, scomparso il 31 maggio scorso, con un'immagine di Serena
di Vincenzo Caramadre
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Martedì 28 Luglio 2020, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 07:32
Il 15 gennaio 2021 dinanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Cassino inizierà il processo per l’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne di Arce uccisa il primo giugno 2001.
Il 24 luglio scorso si è conclusa, dinanzi al Gup Domenico Di Croce, l’udienza preliminare e a processo con l’accusa di concorso in omicidio volontario è finito l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, sua moglie Anna Maria e suo figlio Marco (assistiti dall’avvocato Francesco Germani); l’ex luogotenente Vincenzo Quatrale (assistito dagli avvocati Paolo D’Arpino e Francesco Candido), risponde, invece, di concorso morale nell’omicidio di Serena e d’istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi; il carabiniere Francesco Suprano (difeso dagli avvocati Emiliano Germani e Cinzia Mancini), risponderà di favoreggiamento.
Per quattro anni i magistrati che hanno indagato, dal 2016 in poi (ultima tranche dell’indagine riaperta dopo l’opposizione all’archiviazione presentata dalla famiglia Mollicone e dall’avvocato Dario De Santis), sono rimasti in silenzio. Hanno lavorato e ricostruito, secondo la loro tesi, quanto sarebbe accaduto la mattina del primo giugno 2001 all’interno della stazione dei carabinieri di Arce. Qui, per la Procura, la 18enne sarebbe stata sbattuta contro un porta e poi soffocata con un sacchetto di plastica attorno al collo, infine il corpo abbandonato in un bosco alla periferia di Arce.
Ora a parlare al Il Messaggero è il procuratore capo di Cassino Luciano d’Emmanuele.

Procuratore c’è stato il rinvio a giudizio per i quattro imputati nel caso Mollicone. Cosa significa dopo 19 anni dall’omicidio e quattro anni d’indagini?
"Con il rinvio a giudizio disposto dal Gip nella giornata di venerdì scorso, si chiude una prima e importante fase delle lunghe indagini svolte per trovare la verità sull’omicidio della povera Serena Mollicone.
E’ una tappa importante per la Procura, perché significa che il giudice ha riconosciuto la fondatezza dell’impianto accusatorio ed ha ritenuto che ci sono elementi più che sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio
".

Ci sarà un processo nel pieno del contraddittorio, cosa si aspetta la Procura e come lo affronterà?
"Non nascondo che il dibattimento che ci sarà dal mese di gennaio 2021, sarà un dibattimento molto articolato e molto complesso. Richiede impegno ed elevata professionalità da parte di questa Procura, doti che in questi mesi non sono mancate. Per questo ringrazio la collega Beatrice Siravo che ha sempre sostenuto con convinzione la tesi accusatoria della Procura e da me ampiamente e fortemente condivisa".

Come la Procura affronterà la Corte d’Assise?
"Come ho detto ci troveremo in un dibattimento lungo e articolato. Dobbiamo cercare, nel contraddittorio tra le parti, di far emergere con certezza quello che è accaduto in danno delle Mollicone, ma non soltanto quello che è accaduto, ma soprattutto chi è il responsabile di questo tragico fatto. Abbiamo un gruppo di imputati che deve affrontare la verifica dibattimentale. Siamo certi di aver raccolto prove sufficienti per sostenere la loro colpevolezza".

Procuratore, sono 19 anni che Serena è morta. Lo scorso anno a luglio c’è stata la richiesta di rinvio a giudizio per i cinque imputati. Molti sostengono che si poteva fare prima quel che è stato fatto negli ultimi anni...
"L’auspicio della Procura è che ci sia sollecitudine da parte della Corte d’Assise nell’affrontare il processo. Devo dire con un po' di amarezza che abbiamo impiegato oltre 9 mesi per affrontare l’udienza preliminare, c’è stata la sospensione a causa del Covid-19, ma comunque ulteriori ritardi non dovrebbero essere più consentiti. Sono passati tanti anni e ora è venuto il momento che un giudice metta la parola fine su questa questione. Mi auguro sollecitudine e solerzia da parte delle Corte d’assise".
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