Mollicone, la consulente conferma: «Serena uccisa il primo giugno e poi trasportata nel bosco»

Serena Mollicone, la 18enne assassinata ad Arce
di Vincenzo Caramadre
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Sabato 9 Aprile 2022, 07:31 - Ultimo aggiornamento: 08:37

L'analisi delle larve trovate sui vestiti di Serena Mollicone, la studentessa di Arce assassinate 21 anni fa, hanno confermato che la morte risale al primo giugno 2001. È quanto emerso dalla consulenza di entomologia forense redatta dalla professoressa Paola Magni sulle mosche e sulle uova delle larve trovate sul corpo della diciottenne.

La professoressa è stata ascoltata ieri in videoconferenza dal consolato italiano in Australia nell'ambito del processo nei confronti di Franco, Marco e Anna Maria Mottola, ma anche nei confronti di Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano.

Gli accertamenti si sono concentrati sui vestiti di Serena, sul corpo, ma anche e soprattutto sul sacchetto di plastica utilizzato per soffocarla.

La consulente ha isolato mosche verdi, tipiche del cadavere in decomposizione e soprattutto del luogo suburbano in cui è stata trovato il corpo di Serena, che depone le uova solo di giorno. Dunque la consulenza illustrata ieri in aula, andrebbe a chiudere il cerchio sull'ipotesi della Procura che colloca l'omicidio della 18enne il primo giugno 2001 all'interno della caserma di Arce, dove la ragazza sarebbe stata vista entrare, e il corpo abbandonato nel bosco nella notte tra l'uno e il due. «Il deposito del corpo, in base allo sviluppo delle larve, è avvenuta nella notte tra il primo e il due giugno, mentre la deposizione delle uova è iniziato all'albeggiare del due giugno», ha spiegato la professoressa Magni.

Ascoltato anche Fernando Ferrauti, ex responsabile del Sert di Frosinone, chiamato a testimoniare dall'avvocato Federica Nardoni, in rappresentanza di Armida Mollicone, zia di Serena. Il dottor Ferrauti ha reso le dichiarazioni sulle confidenze fattegli da due giovani.

Nel dettaglio ha raccontato che, due giovani di Ferentino, due fratelli consumatori di droga, il giorno dopo il ritrovamento del corpo di Serena gli dissero che era stato il figlio del maresciallo. «Un racconto talmente chiaro che sembrava l'esposizione di un articolo di giornale. Chiesi loro - ha aggiunto - perché proprio il figlio di un carabiniere. Mi risposero che Serena lo voleva sputtanare sullo spaccio di droga». L'ex dirigente Asl ha poi rilevato di essere stato oggetto, assieme ad alcuni familiari, di una perquisizione nella sua abitazione. «Raccontai tutto a un ufficiale che, qualche tempo dopo le perquisizioni mi venne a trovare, ma in ogni modo avrei denunciato il tutto», ha detto Ferrauti.

LE CONFIDENZE

Poi è stata la volta di Marco Malnati, l'amico di Santino Tuzi, il brigadiere morto suicida nel 2008, dopo aver detto di aver visto una ragazza entrare in caserma. Il brigadiere Tuzi, in riferimento alla scomparsa di Serena Mollicone, pochi giorni dopo disse: «Meglio non sapere». Augurandosi il ritrovamento in vita di Serena. Il teste ad un certo punto ha manifestato il suo timore nel raccontare quello di cui è a conoscenza: «Ho paura» ha detto. Poi ha pronunciato parole di troppo nei confronti degli inquirenti dell'epoca e il pm ha chiesto l'acquisizione degli atti per procedere per oltraggio.

IL CALENDARIO

La prossima udienza ci sarà il 22 aprile prossimo, quando verranno ascoltati Massimiliano Gemma, Vincenzo De Luca, Bruno Cimini e Armida Mollicone. Ci saranno anche due consulenti: Roberta Bruzzone e Silvia Regimenti. All'udienza del 29 aprile è prevista la deposizione di uno degli imputati: l'ex luogotenente Vincenzo Quatrale.
 

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