Serena Mollicone, la sorella dopo le motivazioni: «La nostra battaglia andrà avanti, faremo appello»

I legali della famiglia lavorano all'appello, la figlia del brigadiere Tuzi: "E' il momento del silenzio, ma fa male leggere certe cose"

Serena Mollicone, la sorella dopo le motivazioni: «La nostra battaglia andrà avanti, faremo appello»
di Vincenzo Caramadre
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Martedì 7 Febbraio 2023, 07:28

«La nostra battaglia per avere verità e giustizia non si ferma, andremo avanti». A parlare è Consuelo Mollicone, sorella di Serena che ha raccolto il testimone della famiglia nel chiedere i giustizia, proprio come aveva fatto il papà Guglielmo Mollicone, scomparso nel 2020. «Fare appello», dice. Poi aggiunge: «Crediamo nelle indagini svolte dalla procura, nelle quali sono stati coinvolto, professionisti di grande competenza. Crediamo in questa pista intrapresa, ci affideremo ai giudici della corte d'appello di Roma».
«Le motivazioni sulla sentenza che ha portato all'assoluzione dei cinque imputati accusati della morte di Serena Mollicone sono state consegnate. Adesso è il momento della lettura e del silenzio per preparare il ricorso in corte d'appello. Io sono fiduciosa. Mio padre con me». È stata questa la reazione avuta da Maria Tuzi, la figlia del brigadiere. Si punta all'appello. Come fa il resto delle parti civili.
Tantissimi i commenti sui social, molti di vicinanza alla famiglia Mollicone, ma anche a Maria Tuzi. «Ripartiamo con le indagini dalla scomparsa del Brigadiere Santino Tuzi», dice un uomo. «Che il Signore vi dia la forza necessaria per andare avanti». Nessun commento, invece, dagli avvocati delle parti civili Dario De Santis, Sandro Salera, Federica Nardoni ed Elisa Castellucci. Tutti, dopo aver ricevuto la pec con la sentenza di 236 pagine stanno studiando gli elementi che la corte d'assise ha portato all'attenzione delle parti per assolvere i cinque imputati: Franco, Marco e Anna Maria Mottola, ma anche i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano (difeso dagli avvocati Cinzia Mancini ed Emiliano Germani).
LA DIFESA
A parlare Carmelo Lavorino, portavoce del pool della difesaMottola (rappresentata dahli avvocati Francesco Germani, Enrico Meta, Piergiorgio Di Giuseppe, Mauro Marsella)che oggi terrà una conferenza stampa. «Grazie a noi è stato possibile togliere il disonore e lavare l'onta scagliati contro la Benemerita, contro il comune di Arce e contro la verità, perché erano stati erroneamente accusati e indicati come traditori, impostori ed assassini il Comandante della caserma Franco Mottola, il maresciallo Vincenzo Quatrale e l'appuntato Francesco Suprano: tutti carabinieri della caserma di Arce», ha detto Lavorino. «Grazie a noi perché abbiamo dimostrato la fallacia di un impianto accusatorio basato su illazioni senza prove. Grazie a noi -aggiunge - sono stati evitati cinque orrori-errori: 1) la condanna di innocenti (Carmine Belli prima, i cinque imputati dopo); 2) un'ulteriore offesa alla memoria di Serena Mollicone e dei suoi famigliari che cercano giustizia e verità; 3) il macabro ed allucinante premio dell'impunità al vero assassino; 4) il deviato e ignobile riconoscimento a qualcuno (esterno al mondo giudiziario-investigativo istituzionale) che ha tramato per oscuri motivi contro la logica, il diritto e la scienza; 5) la vittoria di ipotesi sbagliate propalate ed esaltate da cacciatori col carniere vuoto di vanagloria e di facili successi».
 

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