Serena Mollicone, le motivazioni della sentenza. I giudici: «Elementi indiziari non sorretti da prove sufficienti»

In 236 pagine è stato ricostruito il processo che ha portato all'assoluzione della famiglia Mottola e di due carabinieri.

Serena Mollicone, le motivazioni della sentenza. I giudici: «Elementi indiziari non sorretti da prove sufficienti»
di Vincenzo Caramadre
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Lunedì 6 Febbraio 2023, 12:58 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 19:58

Sono usciti dalla cancelliera penale del tribunale di Cassino poco dopo le 12.30 di oggi, 6 febbraio, i due giudici togati, uno dei quali ora in pensione, che lo scorso 15 luglio, assieme alla giuria popolare, hanno assolto i cinque imputati per l'omicidio di Serena Mollicone. Ora sono attese le notifiche alle parti e solo dopo si conosceranno i dettagli. 

«Gli esiti dibattimentali non offrono indizi gravi, precisi e concordanti sulla base dei quali possa
ritenersi provata, oltre ogni ragionevole dubbio la commissione in concorso da parte degli imputati della condotta omicidiaria contestata», scrivono i giudici.

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Ancora: «Sono emerse delle prove che si pongono in termini contrastanti rispetto alla ricostruzione dei fatti da parte della pubblica accusa.

Ci si riferisce in primo luogo - si legge nelle motivazioni - agli ordini di servizio della stazione di Arce» dei quali «non solo non è stata provata la falsità ma sono emersi numerosi elementi probatori di segno contrario, che inducono a ritenere, sulla base delle risultanze e valutazioni già svolte, che i citati servizi esterni siano stati effettuati dai militari interessati».

Per i giudici, inoltre, «difrontedi tali carenze probatorie nei confronti dei singoli imputati
si deve evidenziare come dall'istruttoria dibattimentale siano emersi consistenti e gravi elementi indiziari nei quali si deve necessariamente desumere l'implicazione nella commissione del delitto in esame i soggetti terzi, che sono rimasti ignoti. Ci si riferisce in primo luogo al rinvenimento di impronte dattiloscopiche all'interno dei nastri adesivi che legavano le mani e le gambe di Serena, impronte ritenute utili per l'identificazione e che non appartengono agli imputati. Su una impronta risulta essere stato rinvenuto un profilo genetico misto con contribuente maschile, di cui è stata esclusa la patenità degli imputati».

Dal momento del deposito inizieranno a decorrere i 45 giorni per l'appello. La procura, ma anche le parti civili, analizzeranno il contenuto della sentenza, successivamente presenteranno appello. 

 

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