Seconda chance, al via i colloqui con i detenuti. Il progetto anche a Frosinone

Seconda chance, al via i colloqui con i detenuti. Il progetto anche a Frosinone
di Giovanni Del Giaccio
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Domenica 4 Settembre 2022, 09:47 - Ultimo aggiornamento: 12:17

Lavorano già in carcere, fornendo servizi alla casa circondariale. Dalle opere di muratura al verde, fino alla raccolta dei rifiuti. Sono i detenuti cosiddetti articolo 21, quelli che hanno mostrato una buon condotta e tanta voglia di riabilitazione. Altri, adesso, potranno lavorare anche fuori dalla struttura alla periferia di Frosinone. Lasciare le celle e la vita della casa circondariale per andare al lavoro, svolgere il ruolo per il quale si è stati scelti e quindi rientrare. Con un beneficio per loro e per gli imprenditori che li utilizzeranno. Questi ultimi, infatti, grazie alla Legge Smuraglia hanno la possibilità di risparmiare sui contributi previdenziali e la tassazione. Ma - ancora di più - di offrire a chi ha sbagliato la possibilità di riscattarsi. C'è un aspetto economico, quindi, ma anche legato alla coscienza di ciascun imprenditore.

L'INCONTRO

Nei giorni scorsi presso la casa circondariale la rappresentante dell'associazione Seconda chance, Flavia Filippi, ha incontrato insieme all'imprenditore Osvaldo Magnanti, la direttrice dell'istituto - Teresa Mascolo - la sua vice Anna Del Villano e l'educatrice Filomena Moscato.
Un colloquio per capire se e come era possibile utilizzare dei detenuti in grado di ottenere il famigerato articolo 21 e metterli a disposizione per l'attività di distribuzione di gelati e surgelati gestita da Magnanti che aveva bisogno di due fattorini. Uno scambio di vedute, le comprensibili perplessità di chi si trova ad affrontare qualcosa di inatteso, come può essere per chi gestisce un'azienda e mai avrebbe immaginato di utilizzare personale proveniente dall'esperienza carceraria, le assicurazioni sul percorso da fare. Poi l'incontro con due detenuti di 28 e 35 anni, «entrambi con lunghe pene alle spalle, entrambi liberi nel 2023 - spiega Flavia Filippi - due ragazzi estremamente educati, seri, affidabili e patentati».
Quello che serviva all'impresa, anche se non si tratta di una scelta facile e sono immaginabili i pensieri di chi sta per compierla.

LE ESPERIENZE

Eppure non dovrebbero esserci problemi di sorta, tanto meno dei pregiudizi.
Basterebbe confrontarsi con chi non solo ha risparmiato sui contributi e le tasse, ma ha fatto del bene anche a se stesso.
Da nord a sud dell'Italia sono sempre più numerosi gli imprenditori che decidono di utilizzare non solo i benefici della Legge Smuraglia ma appunto fare del bene.

L'elenco è lunghissimo: dal ristorante La Botteghina di Alghero al gruppo Palombini che gestisce a Roma bar, caffetterie, ristoranti e ricevimenti, dal centro sportivo Villa York al Gianicolo ai centri sportivi Empire e Babel, ma ancora il Parco Nazionale del Circeo e quello degli Aurunci. «Sono tanti - spiega Flavia Filippi - i ristoratori e gli albergatori che hanno bisogno di pasticcieri, lievitisti, cuochi, aiuto cuochi, camerieri, lavapiatti, addetti alle pulizie, giardinieri. E per questo organizzo periodicamente giri di colloqui con detenuti che hanno frequentato corsi di gastronomia in carcere. Ma anche gli imprenditori di altri settori sono interessati ad aderire al progetto». E pure enti di un certo rilievo, come ad esempio l'Istituto superiore di sanità, l'Unione artigiani italiani, Croce Rossa, Cnel, Cnr, Rai...

LO SVILUPPO

C'è la Seconda chance ma anche l'opportunità di adibire dei locali in disuso del carcere a laboratorio di pasticceria o call center, ad esempio, perché no a sartoria come accade a Viterbo con grande successo. Gli spazi esistono anche a Frosinone, qui lo sforzo da fare è forse un po' più grande. Intanto vanno affrontate le questioni burocratiche per ottenere la disponibilità, ma queste si possono superare facilmente. Allora l'imprenditore non dovrà impegnarsi tanto dal punto di vista economico, quanto da quello della serietà: non si può immaginare di aprire un servizio, dare speranza a chi ha dimostrato di voler tornare a una vita normale e poi chiudere e andarsene. In generale - sia per il lavoro all'esterno, sia nell'ipotesi di utilizzo di strutture in disuso - basta non avere pregiudizi per scoprire che dare un'altra occasione a chi ha sbagliato, fa bene a tutti. Per chi volesse contattare l'associazione info@secondachance.net
Giovanni Del Giaccio
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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