Scarichi sospetti nella Valle
del Sacco, stop del Consorzio
industriale ad un'altra azienda

Scarichi sospetti nella Valle del Sacco, stop del Consorzio industriale ad un'altra azienda
di Pierfederico Pernarella
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Domenica 6 Gennaio 2019, 17:26 - Ultimo aggiornamento: 17:33
Presunte irregolarità negli scarichi industriali, semaforo rosso del Consorzio Asi ad un’altra azienda. Dopo la Tecnofusti, ora è la volta della Gabriele Group di Patrica, che si occupa del trattamento di rifiuti liquidi pericolosi e non.

Il Consorzio industriale di Frosinone a fine dicembre ha avviato il procedimento per la revoca dell’autorizzazione allo scarico ma intanto ha sospeso il permesso in via cautelativa dando la possibilità all’azienda di presentare delle controdeduzioni alle contestazioni.

L’istanza dell’ Asi è stata avviata, su richiesta dell’AeA, la società che si occupa della gestione del depuratore consortile di Ceccano.

Tale richiesta è stata avanzata perché nel corso dell’attività di polizia giudiziaria, che a metà dicembre ha effettuato un blitz presso l’impianto della Gabriele Group, sarebbero emerse alcune presunte anomalie negli impianti per lo scarico dei reflui industriali.

L’indagine, avviata dal procuratore Giuseppe De Falco dopo la comparsa della schiuma nel fiume Sacco, è ancora in corso, ma intanto l’ufficio tecnico dell’ Asi, così come era successo per la Tecnofusti, ha sospeso l’autorizzazione allo scarico. Un procedimento amministrativo distinto da quello penale i cui esiti sono ancora tutti da valutare, soprattutto in riferimento agli sversamenti di tensioattivi che in più occasioni, la più clamorosa è avvenuta alla fine di novembre, hanno provocato la comparsa di schiuma bianca.

EFFETTO SCHIUMA
In attesa di conoscere gli sviluppi dell’inchiesta, il clamore e i controlli che sono conseguiti a quegli attentati un risultato lo hanno già ottenuto.
Da alcune settimane a questa parte, infatti, si è attenuato in maniera sensibile il problema degli scarichi anomali in ingresso al depuratore di Ceccano, alcuni dei quali, appunto, avevano causato la comparsa di schiuma bianca.
Ora le disfunzioni si attestano a livelli normali. Mentre quelle “botte” di reflui industriali, con concentrazioni di sostanze oltre i limiti di legge che di frequente mandavano in tilt l’impianto con ripercussioni degli scarichi nel fiume, non vengono più registrate da qualche tempo. L’auspicio è che questo trend non sia soltanto legato al momento.
Pierfederico Pernarella
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