Sanità, nel Lazio la Ciociaria arranca su interventi
al femore e alla colecisti. Troppi parti cesarei

Sanità, nel Lazio la Ciociaria arranca su interventi al femore e alla colecisti. Troppi parti cesarei
di Alessandro Redirossi
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Venerdì 22 Giugno 2018, 18:09
“Migliora la qualità delle cure”. Lo slogan con cui la Regione Lazio ha brindato ai dati del rapporto Prevale, il programma regionale di valutazione degli esiti degli interventi sanitari. I dati ufficiali aggiornati a tutto il 2017, infatti, hanno fatto registrare un miglioramento rispetto agli anni passati. Fra i risultati messi in rilievo dalla Regione ci sono soprattutto quelli relativi a indicatori tradizionalmente emblematici rispetto alla qualità delle cure: la tempestività delle operazioni per fratture al femore; la mortalità per infarto; l’asportazione della colecisti (o cistifellea); i parti. Se in Regione si festeggiano i risultati, si sorride certamente di meno in Ciociaria.
MALE SU FEMORE E COLECISTI
La Asl di Frosinone arranca, ed è molto indietro rispetto alla media regionale su interventi al femore e sulla cistifellea. Nel Lazio un cittadino con un femore fratturato viene operato entro 2 giorni nel 54% dei casi. Percentuale salita di oltre il 20% rispetto al 2012. In provincia di Frosinone, invece, solo nel 31% dei casi l’operazione arriva entro 2 giorni dal ricovero. Percentuale triplicata rispetto al dato provinciale del 2012, ma comunque pari quasi alla metà della media regionale. Le altre Asl raggiungono generalmente percentuali dal 50% in su. Peggio di quella ciociara solo la Asl Roma 5 e la cosa non consola. Visto che si tratta proprio delle strutture sanitarie confinanti con l’area nord della provincia di Frosinone (area di Colleferro, Valmontone, Tivoli, Guidonia). Altro classico indicatore della qualità delle cure è il tempo di degenza in ospedale dopo l’asportazione della colecisti. A livello regionale la degenza dei cittadini dura meno di tre giorni per l’80% dei cittadini. E’ una percentuale che indica un percorso appropriato e senza complicazioni che allunghino il ricovero. Nel Lazio è migliorata del 23% in 5 anni. La Asl di Frosinone è invece la peggiore a livello regionale. In quanto solo il 64% dei pazienti resta in ospedale per meno di tre giorni dopo l’intervento. Dato migliorato solo del 10% rispetto al 2012. 
CESAREI, CIOCIARIA PECORA NERA
Altro classico indicatore per il livello di assistenza sanitaria è il ricorso ai parti cesarei: la loro diminuzione è sinonimo di qualità  . La Regione, nella nota ufficiale, esulta per la riduzione del ricorso al taglio cesareo. “Si riduce ancora l’anomalia dei parti cesarei nel Lazio – scrive la Pisana - Dopo aver abbattuto la barriera del 30% dei cesarei, dopo molti anni di sostanziale stasi, continua a scendere la percentuale: dal 31,4% del 2012 al 26,2% del 2017”. A Frosinone la barriera, però, non è mai stata abbattuta. Resta infatti del 30% la percentuale di cesarei nella Asl ciociara. E’ scesa di 6 punti in 5 anni (rispetto al 36% del  2012), ma resta il dato più alto nel Lazio.
INFARTI, UNA NOTA POSITIVA
La Ciociaria può in parte sorridere solo per quanto riguarda la risposta agli infarti. Qui i dati registrati nella Asl di Frosinone sono migliori di quelli medi del Lazio. Gli infarti nel Lazio vengono trattati con interventi di angioplastica coronarica entro 90 minuti nel 50% dei casi nel 2017 (più 20% rispetto al 2012). Nella Asl di Frosinone l’intervento è leggermente più tempestivo. La percentuale ciociara di operazioni entro i 90 minuti è infatti del 53% (quasi il doppio rispetto al 2012). Sempre per quanto riguarda l'infarto, sono migliori dei dati regionali anche gli indicatori sulla mortalità a 30 giorni dal ricovero. Se nel Lazio la mortalità media è del 7,6%, nella Asl di Frosinone è del 6,8% (è diminuita del 2% in 5 anni).  

 
 
 
 
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