Romina De Cesare, parla il fidanzato: «Era l’ultima notte prima di trasferirsi da me. L’ex? Sembrava normale»

«Ialongo non pareva violento, ci avevo parlato. Dovevo portarla subito via da lì»

Romina De Cesare, parla il fidanzato: «Era l’ultima notte prima di trasferirsi da me. L’ex? Sembrava normale»
di Giovanni Del Giaccio e Andrea Tagliaferri
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Giovedì 5 Maggio 2022, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 15:40

Non riesce a darsi pace, parla con la voce rotta dall’emozione ma racconta un particolare agghiacciante: la sera del delitto doveva essere l’ultima che Romina passava in quella casa. Il nuovo compagno della vittima non vuole che si faccia il suo nome, dice di vivere in un inferno ma si pente per non aver capito la pericolosità di Pietro Ialongo e soprattutto di essersi fidato. 
«Non aveva mai dato segno di instabilità o violenza, anche se ultimamente non accettava di averla persa e qualche volta insultava verbalmente Romina» - cioè la donna di 34 anni, vittima del femminicidio. «Io ci ho anche parlato con lui una volta - continua il giovane - e mi è sembrato normale, tranquillo, mai avrei pensato che dentro stesse covando rabbia e rancore così forti da portarlo ad un gesto tanto assurdo».
La donna e la guardia giurata che vive ad Alatri si frequentavano da poco più di tre mesi ma il sentimento che li univa era molto forte, a quanto racconta l’uomo. «Lei si era lasciata da qualche mese ma era ancora costretta a vivere in quella casa insieme all’ex perché il contratto era cointestato. Tuttavia aveva finalmente deciso di andarsene e avevamo programmato di andare a stare insieme proprio il giorno dopo la tragedia. Mi continuo a chiedere se solo avessi anticipato i tempi, magari l’avrei salvata». 
Adesso chiede che sia fatta giustizia: «Non cerco alcuna vendetta, non mi appartiene, ma Romina è l’ennesima vittima di vicende del genere e si deve fare qualcosa perché questo fenomeno finisca».

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Il ritrovamento

Il racconto prosegue con la decisione di andare a cercare la donna, considerato che Romina non rispondeva. Così l’uomo ha deciso di andare nell’appartamento di via del Plebiscito, nella parte alta della città: «Non era mai capitato che non mi rispondesse per molto tempo. Poi, una volta arrivato, vedendo che non mi apriva, ho dovuto chiamare la polizia e i vigili del fuoco e quando sono entrati mi hanno stoppato sull’ingresso e li ringrazierò per sempre, perché così terrò in mente e nel cuore il ricordo di quanto era bella e sorridente».
Lei era in un lago di sangue, trafitta da una quindicina di coltellate ma prima ancora stretta per il collo - come egli stesso ha raccontato alle forze dell’ordine - e mentre gli agenti della Polizia di Stato della Questura di Frosinone entravano in quella casa, i Carabinieri del comando provinciale di Latina fermavano Ialongo in spiaggia, a Sabaudia. Era in stato confusionale, anche se a chi gli si è avvicinato ha chiesto dell’acqua. Poi si è consegnato ai militari ai quali alcuni cittadini si erano rivolti visto l’uomo semi nudo.

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I ricordi

«Romina era una ragazza gentile ed educata.

Ha lavorato qui da noi soltanto due settimane - raccontano i dipendenti del bar Elletti -. Prima era cassiera al Carrefour. Non abbiamo avuto tempo per conoscerla, ma quel poco che è stata con noi era sempre educata e disponibile. Era fidanzata da anni con Pietro. Vivevano insieme. Ogni tanto lui passava qui per un caffè. Anche lui aveva perso il lavoro e si arrangiava con qualche impegno saltuario. Venerdì scorso aveva detto che non sarebbe più venuta. Aveva raccontato - aggiungono gli ex colleghi della vittima - che aveva problemi e che era costretta a tornare in Molise. Era triste e preoccupata. Nessuno di noi aveva grande confidenza con lei. Non si era aperta con nessuno. Mai avremmo immaginato che dietro i suoi occhi tristi potesse esserci il terrore di essere uccisa». Nessuno avrebbe immaginato una fine del genere. 

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A ricordarla con gli occhi lucidi anche alcuni anziani del posto. “Veniamo sempre qui a fare colazione. Romina ci serviva con educazione e gentilezza. Gli ultimi giorni della scorsa settimana era triste e preoccupata. Le abbiamo anche chiesto cosa avesse - raccontano - ma lei ha sorriso ed è tornata nel bar a lavorare. Povera ragazza. Era così bella, dolce. Non meritava una fine del genere. Le donne non di toccano neppure con un fiore. Le donne vanno amate e rispettate. Che Dio l’abbia in gloria!”.

 

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