Riforma della giustizia, protestano i giudici: «Non scioperiamo solo per noi»

Riforma della giustizia, protestano i giudici: «Non scioperiamo solo per noi»
di Vincenzo Caramadre
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Martedì 17 Maggio 2022, 07:01 - Ultimo aggiornamento: 07:02


«Non protestiamo solo per noi, questa riforma avrà un impatto negativo per tutti i cittadini».
Ieri c'è stato lo sciopero dei giudici contro la riforma della giustizia in discussione in Parlamento, indetto dall'Associazione nazionale magistrati. Al tribunale di Frosinone l'adesione hsarebbe stata tiepida, a Cassino, invece, si è avvicinata al 70 percento. Proprio nel palazzo di giustizia della Città Martire c'è stato un incontro pubblico al quale hanno preso parte i magistrati, le forze dell'ordine, il mondo accademico, i sindacati e gli avvocati. Un dibattito pubblico per dire «no» alla riforma dell'ordinamento giudiziario. A spiegarne le ragioni è stata la segretaria della sottosezione Anm di Cassino, la dottoressa Maria Carmen Fusco.
«Indire una giornata di astensione è stata una scelta sofferta per tutti, lo abbiamo fatto per garantire la tutela dei diritti e per garantire la giurisdizione. La riforma che si propone - ha spiegato Fusco - non si addice al nostro modello, è una riforma che guarda ai numeri. Vuole il magistrato che sia ossessionato dai numeri e che deve preoccuparsi della valutazione del dirigente dell'ufficio. La nostra non può diventare un'obbligazione di risultato. Il profilo critico più importante del disegno di legge è rappresentato dalle pagelle cui sarebbero sottoposti i magistrati. La norma voluta per selezionare gli obiettivi, creando un parametro conforme, non tiene conto delle specializzazioni, delle risorse degli uffici territoriali e soprattutto delle esigenze territoriali. Con questa riforma i pubblici ministeri si andranno ad occupare solo delle indagini di facile risoluzione. I giudici, invece, rischiano di dover fare sentenza conformiste, con l'adesione alla giurisprudenza prevalente». Appassionato e diretto è stato l'intervento del pubblico mistero Emanuele De Franco, il quale si è detto, a nome della categoria, «contrario alla separazione delle carriere».
GLI AVVOCATI
«Questa riforma - ha detto invece il presidente del Coa Cassino, l'avvocato Gianluca Giannichedda - è un'occasione persa, non c'è stato confronto e questo è un male.

Ci sono cose che ci piaccio, come la separazione delle carriere e la qualificazione dell'avvocatura, altre che non ci piacciono come la geografia giudiziaria che non è più coerente con il territorio, ma anche la carenza di magistrati che non viene affrontata. Troppi controlli, infine, non favoriscono il buon andamento della giustizia». Presente anche l'Aiga, associazione giovani avvocati con il presidente Fabio Di Adamo e l'associazione difensori d'ufficio con Augusto Casinelli. Il presidente della camera penale Pasquale Improta, invece, ha parlato di «riforma che non trasmette senso della giustizia ai cittadini». 

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