Rifiuti a Colfelice per tamponare l'emergenza nella Capitale,
sindaci pronti alla protesta

L'impianto Tmb di Colfelice
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Venerdì 17 Giugno 2022, 18:34

Dopo l'incendio all'impianto Tmb di Malagrotta, i rifiuti della Capitale sarebbero in dirittura di arrivo alla Saf di Colfelice. La notizia che circolava dalle ore successive al rogo, ha subito messo in allarme sindaci e associazioni. 

"L’annuncio dell’arrivo e della lavorazione dei rifiuti a Colfelice ha suscitato l’immediata reazione degli abitanti del territorio che vivono da anni in prossimità dell’impianto SAF, ma anche dei Comitati di zona e delle Associazioni ambientaliste e di tutti coloro che ogni giorno vedono transitare sulle nostre strade decine di camion carichi di rifiuti maleodoranti", spiega il sindaco di Colfelice Bernardo Donfrancesco. "Notizie di stampa - aggiunge - annunciano che l'impianto di Malagrotta potrebbe restare chiuso per un anno e che a Colfelice arriverà ogni giorno, oltre alle attuali 200 tonnellate, un ulteriore quantitativo di 100 tonnellate (rifiuti da lavorare, si precisa, e poi essere avviati a smaltimento altrove...). Non possiamo dimenticare, tuttavia, che più volte nel corso degli ultimi anni tutti gli amministratori locali hanno ribadito il principio per cui il nuovo piano regionale rifiuti deve escludere in modo categorico il conferimento di rifiuti nell’impianto di Colfelice da parte di Comuni di altre province.

Anche perché, nonostante le rassicurazioni di rito da parte di chi vive lontano dagli impianti di smaltimento, restano i timori e le preoccupazioni derivanti dalla lavorazione dei rifiuti sulla salute dei cittadini e sull’ambiente". Ma il primo cittadino si fa portavoce diretto dei cittadini della media valle del Liri. "Gli abitanti del territorio - aggiunge - sono rimasti stupiti dalle affermazioni del Presidente della Saf Lucio Migliorelli, a giudizio del quale “Colfelice [intende dire la SAF] non si tira indietro”! Il Presidente prende a cuore la drammatica situazione dei rifiuti di Roma, senza indicarne i responsabili, preoccupandosi dei rischi per la salute e l’igiene pubblica della Capitale, “che è l’occhio dell’Italia nel mondo e che si trova ad affrontare una grave crisi in un quadro di per sé critico”

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