Sin Valle del Sacco, doccia gelata per Regione e imprese. Infuria la polemica

Il presidente Nicola Zingaretti
di Giovanni Del Giaccio
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Sabato 6 Agosto 2022, 09:07

Una doccia gelata. Per la Regione Lazio e per le associazioni imprenditoriali che all'indomani dell'annuncio di Nicola Zingaretti sulla revisione del perimetro del Sin - il sito di interesse nazionale per l'inquinamento - avevano sperato che fosse cosa fatta. Che si potessero accelerare pratiche bloccate anche per opere che, di fatto, non impattano sulle falde. Persino le richieste di passare alle energie pulite sono in fila ad attendere il via libera. Attese che durano anni e che hanno portato, ad esempio, la Catalent a rinunciare all'investimento su Anagni.
Da lì era partita la Regione per chiedere di rivedere i confini, da quella dichiarazione avevano preso spunto le associazioni imprenditoriali per chiedere con forza meno burocrazia. Invece, adesso, sembra tutto sfumato. Alla richiesta di «sospensione, eccetto le aree ripariali, del decreto di perimetrazione del Sin del bacino Valle del Sacco» resa nota da Zingaretti e poi formalizzata dal commissario per la bonifica dell'area, è arrivato un secco «no, grazie».


LE REAZIONI
Nessun intervento dalla maggioranza che guida la Regione Lazio, il colpo era tutt'altro che atteso e adesso andranno preparate le adeguate contromosse. Il tutto in piena campagna elettorale. A prendere la palla al balzo è l'ex sindaco del capoluogo Nicola Ottaviani. «Se vi è qualcosa che danneggia le imprese, non solo della provincia di Frosinone, ma dell'intera Nazione - ha dichiarato - è la dimensione dell'incertezza e dell'improvvisazione nei provvedimenti degli enti pubblici, titolari dei poteri dello Stato, centrali o periferici e locali, poiché, quando va in banca a prendere un mutuo o pianifica un investimento o un piano assunzionale, l'imprenditore tutto può fare, meno che utilizzare gli avverbi forse o probabilmente».
Poi l'affondo: «Zingaretti ed il Ministero della Transizione Ecologica, anche in questi giorni, hanno dimostrato di non sapere nulla del nostro territorio e di agire, da una parte e dall'altra, con improvvisazione quotidiana, parlando solo alle rispettive utenze elettorali. Eppure il rimedio esiste, ma può conoscerlo solo chi amministra i territori direttamente e senza i filtri del binocolo. La soluzione è quella della verifica puntuale, proprio come avviene quando, al di là delle previsioni dei piani regolatori datati mezzo secolo, un'amministrazione comunale è tenuta a verificare in concreto come, e se, possa inserirsi in un determinato contesto territoriale un nuovo insediamento urbano, recuperando e rigenerando ciò che, spesso, rischia di rimanere un cimitero edilizio. Quindi, dopo la verifica tecnica puntuale della singola e delimitata area, con la necessaria caratterizzazione idrogeologica, l'autorità pubblica deve assumersi la piena responsabilità del sì o del no, senza se e senza ma, evitando sotterfugi o sofismi. Questo sarà il metodo concreto ed efficace con cui il centrodestra affronterà a breve la tematica del Sin, guidando il Governo e la Regione, conciliando le esigenze economiche del Paese con il recupero ambientale, quello vero, del territorio».
Di «clamorosa bocciatura» parla il consigliere regionale della Lega Pasquale Ciacciarelli: Sulla bonifica della Valle del Sacco la Regione Lazio e quindi Zingaretti e quindi l'improbabile sodalizio politico Pd-M5s, hanno totalmente fallito le politiche ambientali, navigando a vista, procedendo solo ed esclusivamente a colpi di proclami, circa intervento risolutivi, mai arrivati, senza uno straccio di strategia e di programmazione. Perdendo solo del tempo prezioso e lasciando il problema totalmente irrisolto in tutta la sua totale gravità, per il territorio, per l'ambiente e quindi per la salute».
Giovanni Del Giaccio
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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