Ragazza incinta picchiata dal compagno. Salva grazie al Telefono Rosa: «Ora è fuori dall'incubo»

Una 27enne ciociara, in gravidanza, strappate alle violenze del compagno. Concluso il progetto con il liceo di Ceccano

Ragazza incinta picchiata dal compagno. Salva grazie al Telefono Rosa: «Ora è fuori dall'incubo»
di Marco Barzelli
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Martedì 6 Giugno 2023, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 14:49

«Quando ho visto la foto di Giulia Tramontano, con quel pancione grande, ho pensato immediatamente a una ragazza che assistiamo nel nostro centro. Lei è riuscita a venirne fuori, allontanando il violento».

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Ragazza incinta picchiata dal compagno

Lei è Francesca (nome di fantasia), una 27enne ciociara. A parlarne è la presidente del Telefono Rosa Frosinone, Patrizia Palombo.  La storia di Francesca è una delle tante, troppe, di donne vittime di violenze. Il Telefono Rosa è riuscito ad intercettarla prima che avesse esiti drammatici, o addirittura tragici come quelli è andata incontro la 29enne, al settimo mese di gravidanza, uccisa dal fidanzato Alessandro Impagnatiello.

Anche Francesca stava vedendo precipitare il sogno di un figlio e di una famiglia in una spirale di violenza. Ma ha trovato il tempo e la forza di chiedere aiuto. 

«Ora, orgogliosamente, porta avanti questa sua gravidanza con una serenità e una forza d’animo veramente meravigliose - racconta la presidente del Telefono Rosa Frosinone - Nonostante le brutture che ha vissuto, le botte che ha preso, il lungo cammino di violenza che ha fatto, questa giovane donna ora sta riprendendo in mano la sua vita. Ha ripreso gli studi e, con il nostro aiuto, sta uscendo fuori da quell’incubo».

IL TELEFONO ROSA

Il Telefono Rosa riceve centinaia richieste di aiuto. In un anno la Questura di Frosinone ha trattato 180 casi di Codice rosso. «Il fenomeno è allarmante», ha ammesso il questore Domenico Condello. Come arginarlo? Una risposta arriva dal Telefono Rosa che in questi giorni ha concluso il progetto di alternanza scuola-lavoro “Io dico no alla violenza” che ha visto coinvolte le quarte classi del Liceo di Ceccano. Hanno partecipato oltre cinquanta liceali, quaranta di loro sono maschi. «È stata una grande conquista», sottolinea la presidente Palombo che prosegue: «C’è ancora molto da fare e serve proprio a questo il lavoro che stiamo facendo nelle scuole. Per noi è stata una conquista vedere cinquanta ragazzi, moltissimi maschi. Quello è il seme della non violenza, di una nuova educazione, un altro modo di fare dei giovani. È da e con loro che dobbiamo ripartire. Educhiamo le nuove generazioni a far sì che non accada più quello che continua a succedere».

I NUMERI

I numeri dicono che l’età media delle vittime si è fatta più bassa, 25 anni. Un motivo in più per coinvolgere i più giovani in  progetti contro la violenza. Che può assumere diverse forme, da quella fisica a quella psicologica ed economica, anche sui minori. Gli studenti hanno visto in azione gli operatori dell’associazione, hanno parlato con gli operatori in prima linea, dalle forze dell’ordine agli avvocati. Un percorso di formazione che hanno condiviso alla fine con i loro compagni ai quali hanno esposto le competenze acquisite. L’obiettivo è aprire un centro di ascolto all’interno della scuola gestito dagli stessi studenti. «Vogliamo che siano i giovani, con le giuste basi, a parlare ai giovani. Tra ragazzi si parla, ci si confida, si dicono cose che non si direbbero agli adulti», spiega la presidente del Telefono Rosa. 

La vicepreside del Liceo Rita Cipriani intende confermare “Io dico no alla violenza” anche per il prossimo anno: «L'importanza di educare le nuove generazioni, soprattutto il genere maschile, al rispetto dell'altro, della donna, che deve partire nei nuclei familiari di origine; la scuola può solo aiutare la famiglia nel percorso educativo dei giovani». La professoressa Mariarosaria Mirra, referente del progetto, si è detta «davvero entusiasta di questo percorso proposto e della risposta ricevuta da parte di tanti giovani molto attenti, partecipi, coinvolti e interessati a temi ed esperienze così delicate, ma di profonda attualità».

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