Quinto bacino alla discarica di Roccasecca,
alla prova del Governo

Quinto bacino alla discarica di Roccasecca, alla prova del Governo
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Giovedì 2 Luglio 2020, 07:58
L’ampliamento della discarica di Roccasecca, ancora una volta, approda nell’agende del Governo.
Nel pomeriggio di oggi sono stati convocati, in video conferenza, tutti i rappresentanti dei comuni delle Media Valle del Liri (Roccasecca, Colfelice, Pontecorvo, San Giovanni Incarico), ma anche la Regione, la Provincia e tutti gli altri enti interessati.
Formalmente la Regione Lazio ha rimesso al Governo la decisione di dissenso alla all’ampliamento della discarica con l’autorizzazione al V bacino del Ministero dei Beni Culturali (Mibact).
Al centro della decisione del Mibact, che risale agli inizi del 2019, il Piano Territoriale Paesistico Regionale (Ptpr), ma anche la normativa ambientale. Un groviglio di norme e pareri con i quali, di fatto, era stato negato l’ampliamento.
Ma la Regione approvato il nuovo Ptpr, il 2 dicembre 2019 ha dato il nulla osta ai lavori per il V bacino.
Ora l’ultima parola spetterà al Governo guidato da Giuseppe Conte. Quella di oggi è una riunione di coordinamento, vale a dire di avvio lavori.

“Per la terza volta in poco più di un anno, si occuperanno di noi”, è stato il commento del sindaco Giuseppe Sacco.
“Tre mesi fa - ha aggiunto - per revocare in autotutela una delibera firmata dal Presidente Conte che stabiliva la chiusure della discarica a maggio 2020.Oggi, per sovvertire la sentenza di un Tar che ha annullato l’autorizzazione del V bacino.
Del resto perché impugnare una sentenza se si il problema si può risolvere invocando il soccorso del Governo?”
Poi l’avvocato Sacco si rivolge in prima persona al Premier.
“Caro Presidente Conte, ti scrivo ininterrottamente, tutti i giorni, dal 24 aprile 2020, una lettera nella quale chiedo risposte per spiegare ai cittadini di Roccasecca com’è possibile che succede tutto ciò.
Dopo due mesi, tutto tace. In compenso ho ricevuto il terzo invito. Stavolta però non perderemo troppo tempo a spiegare la bontà delle nostre ragioni.
Lo abbiamo già fatto in quell’incontro convocato in pieno Covid-19 e lo ha ribadito qualche giorno fa un Tribunale Italiano. Questa volta aspetteremo solo risposte, quelle capaci di convincerci che tutto sommato, vale ancora la pena credere nelle nostre istituzioni”. Sull’autorizzazione al V bacino, come accennato, c’è stata recentemente una sentenza del Tar che ha fatto scattare il semaforo rosso. Ha stoppato il progetto.
La sentenza è dell’8 giugno scorso.  Ed stata accolta perché la Regione Lazio, anziché dare l’ok, avrebbe dovuto rimettere la questione al Consiglio dei Ministri. In base alla normativa vigente doveva essere l’Esecutivo a superare i paletti posti dal Mibact. La Regione ha autorizzato, e il Comune di Roccasecca ha impugnato l’atto dinanzi al Tar del Lazio ed ha vinto.
Ora la Regione ha rimesso la delibera di parere negativo al Consiglio dei Ministri. Proprio come indicato in sentenza.
Ma non è la sola novità delle ultime settimane. C’è anche un aspetto prettamente politico.
Pochi giorni fa il coordinamento dei sindaci per l’emergenza rifiuti, tenutosi a Roccasecca, ha approvato un documento con il quale si chiede alla Regione Lazio di individuare siti alternativi a quello di Cerreto a Roccasecca.
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